Il Papa ha celebrato i Vespri nella cattedrale di St.Patrick, a New York

Il Papa assolve le suore ribelli: “Cosa sarebbe la Chiesa senza di voi?”

Matteo Matzuzzi
A St.Patrick Francesco tuona contro "la spiritualità mondana". Alla fine, show del cardinale Dolan

New York. Prima di iniziare a leggere l’omelia preparata in spagnolo per i Vespri celebrati con il clero, i religiosi e le religiose nella cattedrale di San Patrizio, a New York, Francesco ha espresso vicinanza “ai miei fratelli musulmani” per la tragedia della Mecca, dove più di settecento persone sono morte nella calca in occasione del primo giorno della festa del sacrificio. Il Papa, dopo aver concentrato la sua riflessione su “gratitudine e laboriosità”, definiti “due pilastri della vita spirituale”, ha parlato delle religiose americane, negli anni scorsi sottoposte a due distinte indagini del Vaticano. La controversia più delicata aveva riguardato la Leadership Conference of Women Religious (LCWR), la maggiore organizzazione di suore statunitensi, finita nel mirino della Congregazione per la dottrina della fede con l’accusa di aver assunto posizioni “oltre la Chiesa” e “oltre Gesù”. Alcune di esse chiedevano il via libera all’ordinazione delle donne, e a chi faceva loro notare (il Papa, in un intervista aerea, ndr) che Giovanni Paolo II aveva chiuso la questione, l’ex presidentessa della Lcwr, Theresa Kane, rispondeva che “Giovnani Paolo II è morto”. Il Papa ha, con un paio di frasi, chiuso definitivamente la questione: “Vorrei in modo speciale esprimere la mia gratitudine alle religiose degli Stati Uniti. Che cosa sarebbe questa Chiesa senza di voi? Donne forte, lottatrici; con quello spirito di coraggio che vi pone in prima linea nell’annuncio del Vangelo. A voi, religiose, sorelle e madri di questo popolo, voglio dire ‘grazie’, un ‘grazie’ grandissimo. E – ha aggiunto alzando la voce – dirvi anche che vi voglio molto bene”. I presenti, clero e religiosi e religiose, sono esplosi in un applauso fragoroso, accompagnato dai sorrisi dei tanti presuli presenti accanto al Papa. 

 

Poco prima, parlando ai sacerdoti presenti in cattedrale, aveva evidenziato due aspetti tipici di quella “spiritualità mondana che ci indebolisce nel nostro cammino di servizio e degrada lo stupore del primo incontro con Gesù Cristo”. Innanzitutto, ha detto Francesco, “possiamo essere intrappolati nel misurare il valore dei nostri sforzi apostolici dal criterio dell’efficienza, della funzionalità e del successo esterno che governa il mondo degli affari. Non che queste cose non siano importanti – ha chiarito – ci è stata affidata una grande responsabilità e giustamente il popolo di Dio si aspetta delle verifiche. Ma il vero valore del nostro apostolato viene misurato dal valore che esso ha agli occhi di Dio”. “So che voi – ha sottolineato Francesco – come corpo sacerdotale, di fronte al popolo di Dio, avete sofferto molto nel non lontano passato sopportando la vergogna a causa di tanti fratelli che hanno ferito e scandalizzato la Chiesa nei suoi figli più indifesi”. “Vi accompagno in questo tempo di dolore e difficoltà”.

 

[**Video_box_2**]Alla fine della celebrazione, un frizzante Timothy Dolan, cardinale arcivescovo di New York, ha salutato il Pontefice, ringraziandolo per essersi recato nella cattedrale metropolitana. Dolan ha ricordato i tre anni di lavori per il restauro dell’edificio, “grazie alla generosità di tante persone”, e ha pronunciato qualche parola anche in italiano e in spagnolo. Prima di dare due energiche pacche sulla spalla del Papa (divertito), il cardinale gli ha detto: “Come back soon!”

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.