Pablo Iglesias, leader del partito spagnolo Podemos (foto LaPresse)

L'interesse del Qatar per Podemos. Dopo Venezuela e Iran finanziamenti anche dal Golfo

Maurizio Stefanini
Non solo il Venezuela di Chávez e l’Iran degli ayatollah: anche il Qatar avrebbe finanziato Podemos. La notizia viene da un’indiscrezione del quotidiano madrileno “La Razón”  secondo cui la Unidad de Delincuencia Económica y Fiscal (Udef) della Policía Nacional spagnola starebbe indagando su alcuni versamenti.

Non solo il Venezuela di Chávez e l’Iran degli ayatollah: anche il Qatar avrebbe finanziato Podemos. La notizia viene da un’indiscrezione del quotidiano madrileno “La Razón”  secondo cui la Unidad de Delincuencia Económica y Fiscal (Udef) della Policía Nacional spagnola starebbe indagando su alcuni versamenti, per un totale di 9,3 milioni di euro, arrivati tra 2012 a 2015 a “360 Global Media”. Questa è la società che l’iraniano Alizadeh Azimi fondò nell’aprile 2012 e che è già sotto indagine come sospetto veicolo per il finanziamento di Teheran al gruppo di intellettuali che avrebbe poi fondato Podemos.

 

Quanto arrivato dal Qatar è una somma maggiore sia dei 5 milioni di euro che sarebbero arrivati dall’Iran; sia dei 7,1 milioni di euro da Caracas a quella Fondazione Ceps che ha avuto un ruolo importante nella genesi di Podemos, e alla quale si riferiva la relazione redatta il 28 maggio 2008 dall'allora ministro del Potere popolare per l'economia Rafael Isea per il “comandante presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela” Hugo Chávez. Un documento, quest’ultimo, appena pubblicato, dall’altro quotidiano madrileno Abc.

 

Sia la conferma del finanziamento chavista che la scoperta di quello qatariota sono uscite poco prima dell’annuncio di un vertice a tre Psoe-Ciudadanos-Podemos. Si trattava di un tentativo di sbloccare la crisi governativa spagnola con una soluzione a sinistra che era già di per sé difficile, per i contrasti tra il partito di Iglesias e quello di Rivera (poi non andata a buon fine). C’è stata una regia su queste rivelazioni? Podemos dice di sì. Il modo però nel quale il partito di Iglesias non risponde alle accuse o risponde citando gli scandali del Partito popolare conferma come se certe manovre sono possibili è perché i finanziamenti del partito degli Indignados sono sempre stati opachi. Resta, ovvia, una domanda.

 

Se risulta abbastanza chiaro il motivo per cui una forza terzomondista abbia avuto finanziamenti dall’asse anti-americana che va da Caracas a Teheran, cosa c’entra il Qatar? E poi, cosa hanno da spartire Iglesias e soci con un emirato gassifero più o meno anti-occidentale? In teoria, poco.

 


Doha, la capitale del Qatar (foto LaPresse)


 

Il Qatar negli scorsi anni ha però utilizzato massicciamente il soft power dei propri soldi e di al-Jazeera per fare un gioco geopolitico a tutto campo in cui sono entrati l’appoggio alle Primavere Arabe e quello ai Fratelli Musulmani e a altri gruppi radicali: e una realtà emergente come Podemos  non poteva essere ignorata. Non è mancato peraltro chi ha ricordato come Podemos abbia rifiutato di firmare un “patto anti-jihadista” sottoscritto da altre formazioni politiche spagnole contro l’integralismo islamico.

 

Secondo l’indiscrezione, anche i soldi qatarioti come quelli iraniani sarebbero stati inviati per il tramite di Dubai, Emirati Arabi Uniti e altri Stati del Golfo. Il 90 per cento è passato per imprese strumentali create alla bisogna e esistenti solo sul web, che comunque anche le altre si riferivano essenzialmente al settore petrolchimico. Insomma, con nessuna motivazione concreta per finanziare una società di contenuti audiovisivi. Altra particolarità singolare: le somme erano versate in tranche non superiori ai 40.000 euro.

 

Gli investigatori avrebbero trovato anche una gran quantità di piccoli finanziamenti provenienti da soggetti con redditi bassi: almeno una ventina di persone, ad esempio, che guadagnavano meno di 12.000 euro l’anno, dal momento che non pagavano l’Irpef. Ma poi ne davano a Podemos 5000. Possibile spiegazione: il denaro proveniente dall’estero sarebbe stato girato ai militanti, in modo da “ripulirlo” e farlo rientrare al Podemos attraverso un falso crowdfunding.

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