Sei un israeliano ferito in Belgio? “Vai in Palestina”

Giulio Meotti
Due anni fa il Centro Wiesenthal aveva denunciato il caso di un medico belga che aveva risposto così alla richiesta della novantenne ebrea Bertha Klein: “Vada qualche ora a Gaza, poi non sentirà più alcun dolore”. Adesso un caso simile dopo gli attentati del 22 marzo.

La conversazione è pubblicata integralmente dal giornale belga Joods Actueel. E dà i brividi. L’operatore di una linea telefonica di emergenza, cui si accede tramite il numero verde del Ministero degli Interni di Bruxelles, riceve la richiesta di un volontario per il Comitato di Coordinamento ebraico di Anversa. Si parla di due persone che sono rimaste ferite negli attacchi del marzo 22 e che desiderano essere “trasportate in Israele”. Ecco la trascrizione di quanto è successo.

 

- Buongiorno. Abbiamo due ebrei che sono rimasti feriti durante l’attacco all’aeroporto.
- Parli pure.
- Sono pronti a essere trasportati in Israele. Con chi abbiamo bisogno di parlare al fine di ottenere questo permesso?
- Fammi controllare. Hanno bisogno di andare in Palestina.
- Non Palestina. Israele.
- Sì, ma era la Palestina prima.
- Puoi ripetere? Come ti chiami?
- E’ la Palestina.

 

Il giuramento di Ippocrate evidentemente non si applica agli ebrei. Specie in un paese ad alto tasso di islamizzazione come il Belgio. Due anni fa il Centro Wiesenthal aveva denunciato il caso simile di un medico belga che aveva risposto così alla richiesta della novantenne ebrea Bertha Klein: “Vada qualche ora a Gaza, poi non sentirà più alcun dolore”.

 


 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.