Star Wars - L'ascesa di Skywalker

La recensione del film di J.J. Abrams, con Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac

Mariarosa Mancuso

Quarantadue anni dopo, Chewbacca conquista l’agognata medaglia che la principessa Leia gli negò alla fine di “Guerre stellari”. Era il 1977, sono riusciti a tirarla in lungo per 42 anni e nove film (senza contare merchandising, spin off, varie imitazioni e buon ultimo Baby Yoda). George Lucas può andar fiero della sua moderna mitologia: non vale come senno di poi, era l’intenzione dichiarata dal giovanotto che nel 1973 si era fatto notare con “American Graffiti” (e si vide negare i diritti di “Flash Gordon”). Una medaglia per Han Solo, un’altra per Luke Skywalker, e peggio per chi era convinto che una principessa (in un mito o in una favola, non cambiano i fondamentali) dovesse scegliere l’uno o l’altro e convolare a nozze. La Forza era già antipatica allora. Non ha fatto che peggiorare dopo lo scoop sul suo lato oscuro, e il terribile rantolo “sono tuo padre” (c’è ancora qualcuno che non sa chi lo dice a chi? Benvenuti sulla Terra, di là c’è una copia di “Pop culture for Dummies” per mettersi in pari). Un anno perfino Cannes – che adesso non vuol saperne di Netflix – diede spazio alla saga stellare, e per un paio d’ore il respiro di Darth Vader accompagnò le star sul tappeto rosso. Dov’eravamo rimasti? Risposta ardua se siete fan sfegatati (può prendere mezz’ore intere, e sul finale la Grande Domanda: J. J. Abrams tornerà al “Risveglio della forza” (primo capitolo di questa terza trilogia, da lui diretto), oppure terrà conto che in mezzo c’è stato Rian Johnson, che con “Gli ultimi Jedi”, ha sparigliato – “decostruito”, dicono i filologi della saga – un po’ le carte? Per farla semplice, dalla parte dei buoni abbiamo Rye, ragazza Jedi che sta perfezionando l’allenamento – con il Lato Oscuro della Forza che sempre arriva come il serpente tentatore nel paradiso terrestre. Dalla parte sbagliata della spada laser è già passato Kylo Ren (nato con il nome di Ben Solo). Carrie Fisher e Harrison Ford danno la loro benedizione (lui da vivo sul set, lei ricuperando spezzoni girati per i capitoli precedenti e mai montati, neanche di “Star Wars” si butta via niente). Ritmo velocissimo, come negli uffici a fine anno, quando bisogna chiudere tutte le pratiche aperte.

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