Non succede, ma se succede...

La recensione del film di Jonathan Levine, con Charlize Theron, Seth Rogen, Randall Park

Mariarosa Mancuso

Ricordavamo il regista per due titoli coraggiosi. “50/50” raccontava, con un certa spensieratezza, un malato con la diagnosi poco rassicurante. “Warm Bodies” era la storia di un giovane vampiro innamorato di una ragazza (purtroppo non ancora morta). Non due capolavori, ma due storie originali e ben dirette. Si sa come vanno queste cose: marciamo fiduciosi verso il cinema di venerdì pomeriggio (in questi casi sembra che i link non esistano, e neppure le chiavi d’accesso anti-pirateria, mentre sia Amazon sia Hbo gentilmente mettono a disposizione con anticipo le serie da recensire). Versiamo il nostro obolo (alla cassiera che non c’è, di pomeriggio i biglietti si vendono al banco degli hot dog). Troviamo in sala un’altra spettatrice soltanto (peraltro impegnata nella prenotazione di un ristorante). Sopportiamo la pena dell’intervallo. Il film? Sinceramente, speravamo in qualcosa di più. La segretaria di stato americana Charlize Theron decide di correre per la presidenza (il presidente uscente vuole “qualcosa di più prestigioso”, vorrebbe fare del cinema). Ha un indice di gradimento altissimo per eleganza, fascino e per un presunto flirt con un giovane presidente. Non sa salutare la folla (agita troppo il gomito, al popolo sembra una minaccia – è una battuta del film, per rendere l’idea). Dorme in piedi (letteralmente, dice che sono microsonni perché è anche un po’ new age, e pensa che facendo lunghi respiri qualsiasi problema sia mezzo risolto). Vien fuori che da ragazzina aveva fatto da babysitter al vicino di casa, poco più piccolo di lei. Da grande, il nerd con gli occhiali diventa Seth Rogen, giornalista d’assalto: all’inizio lo vediamo infiltrarsi in un gruppo di neonazisti, che prima di smascherarlo gli tatuano mezza svastica sul braccio. Verrà arruolato per scriverle i discorsi della candidata presidente, sul tema del pianeta da salvare. Perché l’aspirante presidente si occupa dei deboli, lo faceva già al liceo, e la Terra è la più debole di tutti – qualcuno le spieghi i terremoti e le inondazioni e i vulcani. Da qui in poi, la confusione regna sovrana, in vari convegni sul clima e a Manila durante un colpo di stato.