Due amici

La recensione del film di Louis Garrel, con Louis Garrel, Vincent Macaigne, Golshifteh Farahani, Pierre Maillet

Mariarosa Mancuso

Sarà scortese – nella trionfante estate italiana dove se ti chiedono “dimmi un film da vedere” l’unica risposta è “Toy Story 4” – far notare che il film è stato girato nel 2015? Certo, potrebbe essere invecchiato splendidamente. Succede alle bottiglie di gran vino, di rado ai registi: “Due amici” segna l’esordio di Louis Garrel (figlio di Philippe, non ha neppure la gavetta a suo vantaggio). Calcolandolo sul girotondo delle fidanzate, l’attore al debutto dietro la macchina da presa aveva come musa l’iraniana Golshifteh Farahani, subentrata a Valeria Bruni Tedeschi. Da due anni ha sposato Laetitia Casta, e gira i film con lei: “L’uomo fedele” ha avuto i suoi (pochi) estimatori, qualche mese fa, da qui la riproposta.

 

I due amici del titolo sono Garrel medesimo e Vincent Macaigne, l’attore francese che nel “Gioco delle coppie” di Olivier Assayas era lo scrittore a cui rifiutavano il manoscritto (tediosa autofiction, solo con i nomi cambiati: una pomiciata al cinema guardando “Star Wars” diventa una pomiciata e qualcosa in più guardando “Il nastro bianco” di Michael Haneke). Insieme, una coppia di maschi che non si riescono a scaricare neppure con gli insulti. Louis Garrel perseguita la fidanzata che lo ha lasciato e da anni sta felicemente con un altro (ma lui sospetta una crisi, almeno un’incrinatura). Vincent Macaigne ha visto Golshifteh Farahani servire croissant al bar dalla stazione, innamorandosi perdutamente. Corteggiamento difficile, perché lei ogni sera fugge via presto con il treno (lo spettatore la vede rientrare in carcere, non sappiamo per quale reato). Presentato come un benzinaio che scrive poesie, Garrel funge da segretario galante.

  

Siccome è un film francese, sentiamo subito spirare aria di “Jules e Jim”, due maschi e una ragazza, qui con una sceneggiatura mista tra deliri e assurdità. Per esempio: la ragazza viene tirata giù dal treno a forza, finisce sul set di un film sul ‘68 (le spiegano cosa sono i sampietrini), balla scatenata in un café, si rifugia con Garrel in una chiesa. Il direttore della fotografia si diletta a colorare le facce dei fedifraghi con la luce che filtra dalle vetrate.

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