Soldado

di Stefano Sollima, con Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan

Mariarosa Mancuso

Non c’è solo Luca Guadagnino a difendere la destrezza tecnica dei registi italiani nel mondo. “Destrezza tecnica”, perché “Chiamami con il tuo nome” e ancora più “Suspiria” (nelle sale a gennaio) hanno scene e scelte di regia a tratti strepitose, molto più interessanti delle trame rispettive, e pure dell’horror. Ovvio che Matteo Garrone sta in una categoria diversa: oltre alla destrezza in “Dogman” c’è una storia non sentimentale, non di genere, a volte comica, violenta il giusto (si massacrano tra umani, ai cani fanno la permanente). Accanto a Guadagnino, per destrezza tecnica possiamo mettere Stefano Sollima, già regista di “Gomorra - la serie” e “Romanzo criminale - la serie” (“Suburra”, inteso come film, era più compiaciuto e meccanico, narcisismi di sceneggiatura). Gli americani gli hanno affidato il seguito di “Sicario”, il thriller diretto nel 2015 da Denis Villeneuve, con Josh Brolin e Benicio del Toro. C’era in quel film anche l’agente dell’Fbi Emily Blunt, astutamente introdotta dopo che l’abbiamo vista con il passamontagna e il giubbotto antiproiettile, mentre dirige un’operazione piuttosto complicata tra Messico e Stati Uniti. Qui l’hanno tolta di mezzo, ma non è un lamento, da tanto abbiamo smesso di credere che le poliziotte nei film aiutino la causa: dopo tre scene d’azione vien fuori che son brave sul lavoro, ma a casa mai nessuno le aspetta, al massimo vivono con il gatto, più diseducativo di così… Restano l’agente dell’Fbi Josh Brolin (ormai con i lineamenti scolpiti nella pietra) e il suo compare Benicio del Toro (ovvero: colui che non ha nulla da perdere, cova una sua vendetta, esegue ogni tipo di operazione). Il governo degli Stati Uniti ha messo i narcotrafficanti nella categoria “terroristi”: contrabbandano persone dal Messico, è facile far passare un kamikaze che si fa saltare in aria al supermercato, bisogna far scoppiare una guerra tra i criminali del cartello, uccidendo avvocati (di un narcotrafficante) e sequestrando ragazzine (figlie di un rivale). Queste le grandi linee di sviluppo, la trama di Taylor Sheridan (regista di “Hell or High Water” e di “Wind River”) è più ricca e complicata.

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