La prima notte del giudizio

La recensione del film di Gerard McMurray, con Y’Lan Noel, Lex Scotto Davis, Yoivan Wade, Marisa Tomei

Mariarosa Mancuso

Missione compiuta. “We made this country great”, strilla il trailer della serie “The Purge”: dieci episodi in arrivo il 4 settembre su Hbo e futura tappa della saga iniziata nel 2013 con il film di James DeMonaco “La notte del giudizio”. Questo film, il quarto, racconta come tutto cominciò. In “Election Year”, il terzo della serie uscito nell’estate 2016, la promessa elettorale era “Make America Great Again” (ogni riferimento a candidati in gara per la presidenza era più che voluto). “Purge” sta per pulizia, sacrificio, espiazione – ha la stessa radice di purgatorio. I nuovi Padri fondatori d’America hanno abolito il 4 luglio e la festa del Ringraziamento istituendo la ricorrenza chiamata nel titolo “notte del giudizio” e nel film “sfogo”. Per dodici ore, in una data fissata dal governo, la legalità viene sospesa e la guardia medica pure, se ti va puoi ammazzare il vicino di casa che hai odiato tutto l’anno o chiunque ti stia antipatico, con torture degne di “Arancia meccanica” (sono esclusi i membri del nuovo potere, finché a qualcuno verrà in mente di rivoltarsi contro la casta). I ricchi hanno ville fortificate, e safe room in cui rifugiarsi, i poveri e i barboni che dormono sotto i ponti fanno da preda. Lo sfogo dionisiaco, con un sospetto di pulizia etnica verso i deboli, funziona. Il tasso di criminalità fuori dalla “notte del giudizio” si abbassa all’uno per cento. Missione compiuta anche al botteghino: 89 milioni di dollari incassati a fronte di 3 milioni di dollari spesi. Anche per l’horror, di tutti i generi il più redditizio, il risultato è da record e ha saldamente collocato Blumhouse tra la case produttrici da tenere d’occhio (non sforna solo horror in quantità, per diversificare ha prodotto anche il diversamente spaventoso “Whiplash” di Damien Chazelle, con il batterista che si esercita fino a farsi sanguinare le mani). “La prima notte del giudizio” racconta l’inizio delle violenze legalizzate tra cittadini. Un esperimento condotto a Staten Island su base volontaria. 5 mila dollari ai partecipanti, un bonus per le efferatezze, lenti a contatto con mini videocamere incorporate per la diretta tv.

Di più su questi argomenti: