NICO, 1988

di Susanna Nicchiarelli, con Trine Dyrholm, John Gordon Sinclair, Anamaria Marinca, Sandor Funtek

Mariarosa Mancuso

Quando faceva al cinema la parte di Andy Kaufman – il comico famoso per la sua imitazione di Elvis Presley, per aver letto in pubblico da cima a fondo “Il grande Gatsby”, per il cafonissimo cantante di Las Vegas Tony Clifton – Jim Carrey era fuori di testa. Non stiamo esagerando. Alla Mostra di Venezia abbiamo visto il suo documentario “Jim & Andy: the Great Beyond”: tra accorati deliri sull’universo, il comico interpretante non si levava mai il trucco né i costumi di scena. Parlava con la voce del defunto Andy o sbraitava come Tony (un travestimento ben riuscito come il Borat di Sacha Baron Cohen). A giustificare lo scambio di personalità, da caso psichiatrico, la teoria complottistica secondo cui Andy Kaufman non è davvero morto – il cancro fu una macabra gag.

 

Ha ricominciato una seconda carriera con il nome di Jim Carrey. Trine Dyrholm – che qui fa Nico, l’ex modella tedesca e cantante dei Velvet Underground – appartiene alla vecchia scuola. Quella che tirò fuori a Laurence Olivier la battuta: “Non sarebbe più semplice recitare?”. Sfotteva un attore seguace del metodo: gli era toccata la parte del barbone, lui non si era lavato né sbarbato per una settimana. Trine Dyrholm recita e canta le cover con grinta e puntiglio da professionista. Non c’è bisogno di essere invasati, né posseduti dall’anima del defunto, per una grande prestazione: serve la tecnica. Più difficile immaginare la bionda attrice danese per il ruolo della bruna sovrappeso che non sopporta più chi le nomina Andy Warhol o Lou Reed. Il merito va senz’altro a Susanna Nicchiarelli (però, già che siamo in tema: nessuna delle sempre lodate attrici italiane sarebbe riuscita nell’impresa).

 

Risolto il cast, andava aggiustata la sceneggiatura. Concesso il partito preso – i due anni prima della fatale caduta in bicicletta, eroina iniettata nelle caviglie, concerti sfigati oltre la Cortina di ferro e nel sud italiano, un figlio da ritrovare, una carriera da musicista da rilanciare – serviva un aiutino per i non adepti. I pochi materiali di repertorio con la giovane Nico – nata Christa Päffgen e cresciuta nella Germania bombardata – fanno batter il cuore solo ai nostalgici fan.

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