PASSENGERS

di Morten Tyldum, con Jennifer Lawrence, Chris Pratt, Michael Sheen

Mariarosa Mancuso

Lo si guarda pensando “pare proprio un film uscito dalla blacklist” (dove per blacklist si intende la compilation annuale, stilata dai professionisti del cinema hollywoodiano, che raccoglie i migliori copioni non ancora diventati film). Si va a controllare, ed è proprio così: il copione era ben posizionato nella lista del 2007. Della blacklist porta infatti le stimmate: un’idea brillante e fascinosa – a dirne le premesse – ma difficile da sviluppare in una trama sensata. L’attore di riferimento era Keanu Reeves, fu fatto il nome di Gabriele Muccino come regista, poi di Reese Witherspoon come attrice. Ora sono Chris Pratt e Jennifer Lawrence. Lei pagata più di lui, prendete nota: 20 milioni di dollari contro 12 milioni. La ragazza sembra averli spesi tutti per mantenere - a bordo di un’astronave spaziale diretta su un pianeta distante dalla terra centinaia di anni luce – capelli di un biondo platino che in natura non esiste, per non parlare del taglio da aggiustarsi ogni cinque giorni.

“Passangers” comincia quando il primo “Alien” finiva, con Sigourney Weaver in mutande e maglietta pronta per l’ibernazione. La biancheria non è cambiata molto: Chris Pratt si sveglia in canottiera e shorts, il baccello dove lo hanno surgelato si riscalda 90 anni prima dell’arrivo. Colpa di un guasto, tutti gli altri – e le altre soprattutto, in molti baccelli sono visibili le tette sotto la canottiera – non danno segni di scongelamento. L’uomo solitario scambia due battute con il barista Martin Sheen, che è un cyborg quindi nessuno si è ricordato di spegnerlo (come nessuno ha messo in stand by i robottini pulitori che mangiano le briciole sul pavimento). E’ anche l’unico intelligente, quindi provvisto di humour. Il nostro eroe prematuramente sveglio ha la barba lunga e medita il suicidio. Poi l’ideona. Secondo il regista – aveva diretto “The Imitation Game” con Benedict Cumberbatch – c’è pure il dilemma etico. Ben nascosto tra battute come “faccio la giornalista, conosco le persone”. Oppure “Sulla terra quando si rompe una cosa la buttano via”. Per questo il meccanico in canottiera ha lasciato il nostro pianeta, vuole sentirsi utile nelle colonie.

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