Festival di Sanremo

Le buone intenzioni non divertono. A Sanremo, la quarta è senza scintille

Se Draghi dovesse farsi convincere dagli appelli dolenti di queste sere, taglierebbe i sussidi a tutti.

Manuel Peruzzo

Più che artisti sembrano impiegati. Il monologo di Barbara Palombelli ma anche quello di Matilde Gioli. E poi maschi in tutu truccati, commossi, che ringraziano dei fiori anche se non li vogliono

Voglio che mi guardi e poi mi dici che domani è tutto a posto
Quanto vuoi per tutto questo?

(Fulminacci, ma anche Amadeus la sera pensando alla conferenza stampa)

 

Lo spettacolo dal vivo è una fabbrica di serenità”, ha detto Barbara Palombelli ai giornalisti in conferenza stampa, in occhiali da sole, rievocando con un ghigno quell’ultima sua volta al Festival, al sicuro in un gabbiotto insieme agli altri giurati di qualità, mentre il pubblico in disaccordo sul voto le tirava oggetti. Sicuramente a lei non peseranno le poltrone vuote quest’anno. Amadeus cercava una donna popolare abituata a reggere conduzioni da guinness, e lei è una a cui puoi dare una branda e farle condurre anche Uno Mattina.

 

Palombelli ha portato uno scombinato monologo sulle donne “che parla un po’ anche di me”, aveva anticipato. In realtà parla solo di lei. Forse per dimostrare che anche i pariolini soffrono e si conquistano con fatica il successo, mica solo i borgatari. E per dimostrarci che non è da meno di Elodie che non aveva l’acqua calda in casa, ci racconta del padre che la voleva come Gigliola Cinquetti. Ma lei era una ragazza ribelle, a 13 anni s’è sfracellata in motorino, e poi è finita a condurre Forum. Una vita spericolata. Quando pensa i Pooh parlino di lei in una canzone o quando si paragona a Luigi Tenco che “giocando con una pistola ha trovato la morte”, il tizio che manda gli applausi registrati non sapeva se pigiare su piano, pianissimo, o andare di tosse imbarazzata.

 

Le buone intenzioni non divertono, o per dirla con Malike Ayane: non c’è intuizione senza scintilla. Se Draghi dovesse farsi convincere dagli appelli dolenti di queste sere, taglierebbe i sussidi a tutti. Più che artisti sembrano impiegati. Il monologo di Matilde Gioli e Alessandra Amoroso sulla pandemia e i lavoratori dello spettacolo è esemplare. Mancava solo tirassero fuori dei tragici cartelloni scritti a pennarello e dicessero “ci levate il futuro!!!”. Ma allora è meglio fare come Achille Lauro che avvisava “non gareggerò per piazzare un brano in classifica, mi esibirò per il settore dello spettacolo ferito e vessato”, e poi lo ha fatto (sempre con lo stesso format, ma almeno senza impietosirci).

 

Quando a un certo punto Amadeus ha chiesto alla giovane e brillante Beatrice Venezi di spiegare il motivo per cui preferisce essere chiamata direttore anziché direttrice d’orchestra, ha violato la prima regola del fight club: se ti scusi hai già perso. “Per me quello che conta è il talento e la preparazione, la posizione ha un nome preciso”, ha risposto lei in un modo un po’ troppo rigido (la lingua è di plastilina, non di legno). A legger le reazioni online è sembrato parlassero di Costanza Miriano: “vergognati, hai interiorizzato il patriarcato!”. Abituati a chi mostra con orgoglio i peli alle ascelle tinti di rosa, siamo diventati insofferenti verso tutti gli altri. La battaglia per la libertà delle donne anziché “chiamami come preferisco esser chiamata” è diventata “sei libera solo se lo dico io”. Femminismo illusionista alla Giucas Casella.

 

E i maschi? In tutù, truccati, commossi, che ringraziano dei fiori anche se non li vogliono per non passare per Sinisa Mihajlović (che non li ha neanche toccati e li ha rifilati a Ibra). Il gender fluid mimetizza tutti: Fiorello vestito da pollo col rossetto nero somiglia a Achille Lauro sposina che bacia Boss Doms, Mahmood con una gonna indistinguibile da Aiello con la mantellina. Etero, gay, velati: saltano (quasi) tutti i codici per riconoscerli. Tutti si appropriano di tutto. “Sarò sessualmente tutto, Genericamente niente”. E allora che vuoi rispondere a Palombelli quando dice “anche io ho una pallottola nel cuore” paragonandosi al cantante suicida?

 

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