“Amedeus” dei miracoli
E se dopo Al Bano e Romina e i Ricchi&Poveri la Rai provasse a riunire la Democrazia cristiana?
Galvanizzato dagli ascolti altissimi della prima serata, pare che ieri Amadeus non abbia solo ritirato le scuse per le frasi sessiste, ma persino strappato i fogli con il discorso di Rula Jebreal come Nancy Pelosi con quello di Trump e picchiato Emma D’Aquino e Laura Chimenti al grido disperato “In due non fate la bellezza di Diletta Leotta!”. Gesto subito minimizzato da Oliviero Toscani.
Ora Amadeus sta elaborando: sa di essere un miracolato, ma comincia a sentirsi anche uno statista. Proprio come il premier Conte. La gente in sala stampa gli storpia pure il nome in “Amedeus”, proprio come “Giuseppi”.
Intanto dalla Cina annunciano il vincitore (Le Vibrazioni); ma la Rai smentisce: “Al momento non c’è nessuna classifica definitiva”. Il vero problema che preoccupa il Festival è un altro: se dovesse passare la riforma della prescrizione, eventuali ricorsi da parte di cantanti mal classificati che dovessero ritenere di esser stati penalizzati dalla posizione in scaletta (l’altra sera Raphael Gualazzi ha cantato durante la fase Rem dei telespettatori di RaiUno) potrebbero anche durare anni – cioè quanto una serata del Festival. Pronto il piano della Rai: filmiamo tutto e ci facciamo uno speciale di “Un giorno in pretura”. Intanto nel backstage dell’Ariston è stato svelato il segreto di Pulcinella: Achille Lauro è Padre Georg. Per quello il Papa ieri lo ha allontanato dal Vaticano: non ha gradito la tutina nude-look vista l’altra sera sul palco, non era destinata a lui, era un regalo di Francesco a Ratzinger.
Grande emozione ieri sera per la reunion dei Ricchi&Poveri; l’effetto nostalgia, anche con Al Bano e Romina, paga sempre. E ora un pensiero stupendo comincia a strisciare nei corridoi dell’Ariston: e se per l’ultima serata riunissimo sul palco la Democrazia cristiana?
L'arte di chiedere