Il foglio moda

Quanto è chic dire di no a Steve Jobs

Il viaggio fatto nel 2019 da Michele Lupi e Ramak Fazel nella provincia californiana della Silicon Valley in un libro che riesce a coniugare poesia e tecnologia

“Ciao, abbiamo fatto un libro sulla vera vita in Silicon Valley, ti abbraccio Michele”


Talvolta basta un biglietto semplice, scritto a mano, per farti immergere in un libro e non uscirne per ore. Non perderemo troppe righe a scrivere di Michele Lupi perché ultimamente gli sono state dedicate pagine liriche (“Io e l’asino mio”, strepitosa biografia della famiglia Crepax e ultimo scritto di Valentina, che molto ci manca). Per chi non lo sapesse, dopo aver diretto e fondato giornali (Icon, per esempio, ma è stato anche vicedirettore di Panorama), Lupi è entrato da qualche anno a far parte del gruppo Tod’s, dove immette le sue visioni trasversali in molte aree e in particolare nel progetto no_code, incubatore “di idee innovative e creatività trasversali”.

 

Fino a oggi, ahinoi, di questo manifesto programmatico non avevamo visto molto, o forse non l’avevamo recepito. Con questo volume edito da Rizzoli New York, ma soprattutto con le fotografie di Ramak Fazel (Abadan, Iran, 1965), l’intento ci pare finalmente chiaro: coniugare poesia e tecnologia, evidenziando le mancanze di entrambi e togliendo all’insopportabile mito dello storytelling quanta più ipocrisia possibile. Il libro racconta il viaggio fatto nel 2019 da Lupi e Fazel in quella provincia californiana anche parecchio desolata che è diventata marchio mondiale: le foto avrebbero dovuto essere esposte alla Triennale nel 2020, grazie a Stefano Boeri che è un grande fan del fotografo. 


Poi è arrivato il Covid, noi ci godiamo il volume, i suoi volti, le sue casette qualunque e i suoi gasometri, sempre più consci che la Silicon Valley viva nell’immaginario collettivo più che nella realtà (dopotutto, come dice Lupi, ognuno di noi ne porta un pezzetto in tasca e di solito è prodotto a Taiwan). Ci siamo innamorati della coppia Gene e JoAnn Tankersley che Ramak Fazel ha fotografato al 2055 di Crist Drive, dove i “due Steve”, cioè Jobs e Wozniak, molti anni fa andavano al pomeriggio a fare merenda, attraversando la strada dal famoso garage. Un giorno, i due mostrarono una scatola piena di fili e dissero a JoAnn che lì dentro avrebbe potuto conservare tutte le sue ricette. Lei rispose che preferiva il raccoglitore a mano. Ci vuole così poco, in fondo, per essere chic.

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