Addio a Kate Spade, l'infelice che vendeva sogni di felicità

Fabiana Giacomotti

L'inventrice della It bag è morta a 55 anni dopo essersi impiccata nel suo appartamento. Ha lasciato un biglietto alla figlia: “Non sentirti in colpa, chiedi a tuo padre”

Se Anita Loos aveva inventato il fenomeno della It girl fra gli Anni Venti e i Trenta, incarnandone il prototipo nel visino a cuore a gli sguardo malizioso di Louise Brooks, Kate Spade, trovata ieri impiccata nel suo appartamento dopo aver lasciato un biglietto alla figlia adolescente Frances Beatrix (“non sentirti in colpa, chiedi a tuo padre”), poteva ascriversi a buon diritto l’invenzione della It bag. La borsa da avere a tutti i costi. Quella, it.

  

Il corpo di Kate Spade viene portato via dal suo appartamento 

 

Una borsa bella, allegra, ricca e spensierata come lei, 55 anni, nata professionalmente come giornalista e poi, come molte altre colleghe stanche di presentare nella luce migliore capi altrui, diventate creatrici di successo in proprio. Katie Grand per Hogan, per esempio, o Anna Dello Russo: signore che vendono migliaia di copie di accessori al quale donano il loro, personale “it”. “Enjoy your bag”, dicono le commesse, anzi le sales manager, presentandoti il pacco della tua borsa Kate Spade infiocchettata come una promessa di divertimento, perché tutta la vita di una donna potrebbe essere contenuta nella sua borsa.

 

 

Kate con l'ex marito Andrew Spade

 

Pare che Kate Spade, nata Katherine Nohel Broshanan, fosse malata di depressione, un dolore acuto che le si era insinuato dentro dopo il divorzio dal marito e che scavava da tempo, come sanno tutti quelli che vivono accanto a un depresso cronico e come sapeva anche sua sorella Reta Saffo che sempre ieri, intervistata dalle reti televisive americane, diceva di “aver sempre saputo” della malattia di Kate, ma che lei no, non si voleva curare perché non si sapesse che l’artefice di quelle bellissime borse e di tutto il corredo di abiti e altri accessori che le aveva seguite negli anni avesse dovuto farsi ricoverare per il male di vivere.

 

L’infelice che vendeva sogni di felicità era un non dato, in un settore che vende bellezza, giovinezza e allegria e che, come nel suo caso, continuava a crescere, ed è forse per questo che il suo caso sta facendo parlare quanto quello di Alexander McQueen, nel 2010, o di L’Wren Scott, moglie di Mick Jagger, nel 2014. Creava borse di rafia, di nylon, di loden: inventive, divertenti, giovani. E lei giovane non si sentiva più da quando il marito Andrew, compagno di vita e di lavoro, fratello dell’attore inglese David, aveva deciso di lasciarla, ponendo fine a ventiquattro anni di matrimonio e di sodalizio professionale. Cinquantacinque anni sono un’età difficile per una donna di oggi: troppo pochi per rassegnarsi a una vita solitaria, troppi per mettersi a cercare un nuovo amore e una nuova vita. Si è impiccata con un foulard di seta. Sapeva meglio di ogni altro che non lascia scampo, il filato del bombix mori, con quel suo teschio stilizzato sul dorso.

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