John Elkann alla presentazione della Ferrari "Roma" nel 2019 (Ansa)

La sfida

La Ferrari studia come dare il classico rombo di motore al nuovo elettrico

Umberto Zapelloni

Non si può rischiare che l'auto del futuro emetta lo stesso ronzio di un aspirapolvere, ha detto John Elkann. Resterà infatti sempre uno dei motivi di attrazione del Cavallino: la casa di Maranello avrebbe già depositato un brevetto

Il suono del silenzio diventa musica se a cantarlo sono Simon & Garfunkel. Ma non lo sarà mai per una casa che ha ancora in catalogo il mitico dodici cilindri di cui, secondo un maestro come Herbert von Karajan, “nessuna orchestra riuscirà mai a riprodurre la melodia di un motore dodici cilindri Ferrari”. La Ferrari deve dare un suono anche al silenzio di un motore elettrico, non può rischiare che la sua auto del futuro emetta lo stesso ronzio di un aspirapolvere. Lo ha detto qualche mese fa al Capital Market Day il presidente John Elkann in una delle sue rare uscite da numero uno del Cavallino. Perché, fateci caso, in un momento storico in cui il presidente, anche ricordando il nonno Gianni, parla un po’ di tutto dalle banche al governo fino alla Juve, di Ferrari dice sempre lo stretto indispensabile. D’altra parte il Cavallino è una vera cassaforte, l’unico gioiello di famiglia tenuto fuori dall’accordo che ha portato a Stellantis. 

 

Una Ferrari anche elettrica avrà sempre un suono perché resta uno dei motivi di attrazione delle vetture del Cavallino. Così gli uomini che in Ferrari si dedicano allo studio del sound dei vari motori – in particolare lo studio fatto sul 12 cilindri che equipaggia il Purosangue – da anni stanno lavorando sull’anima da dare alla prima Ferrari elettrica della storia, quella che verrà lanciata nel 2025. In Ferrari da anni c’è un reparto che studia il sound dei motori. Lo fa per per i 12, gli 8 e anche per il nuovissimo 6 cilindri. Lo sta facendo pure per il motore elettrico che verrà. Perché, come raccontano a Maranello, ai clienti piace poter avere una Ferrari silenziosa per uscire dal garage (come succede con le ibride già in commercio, dalla Sf 90 stradale in poi) ma poi vogliono sentire la sua voce. E non si accontentano. 

 

L’agenzia finanziaria Bloomberg ha raccontato che la casa di Maranello ha depositato un brevetto, citato dagli analisti francesi di Oddo Bhf, per ricreare il caratteristico rumore del motore e della marmitta creato attraverso un nuovo sistema di amplificazione. Ma guai a pensare che questa sarà davvero la musica della Ferrari elettrica, purché a Maranello sono abituati a depositare decine di brevetti per ogni motore per poi riservarsi una scelta poco prima di deliberare la vettura. D’altra parte un amplificatore di suono esiste già su altre supercar elettriche e addirittura sulla piccola 500 Abarth che romba come la sorella termica. 

 

Il brevetto Ferrari, secondo quanto scritto da Oddo Bhf, riguarda un “dispositivo di riproduzione per la realizzazione di un suono che può essere associato a un motore elettrico”, che permetterà alla vettura elettrica della casa  di amplificare il suono di uno o più motori elettrici di bordo prima di far uscire il rombo dalla parte posteriore dell’auto. Un dispositivo che, con ogni probabilità, potrà essere inserito o disinserito a piacimento dal guidatore. Perché non sempre un ferrarista vuole farsi sentire. Potrebbe gradire passare in silenzio in città e poi sfogarsi dove le strade gli consentirebbero anche di spingere. “Quando presenteremo la nostra vettura elettrica sarà comunque una Ferrari e una Ferrari senza la musica del suo motore non esisterà mai”, hanno sempre detto a Maranello. Ma proprio per questo il sound dell’elettrico va studiato con attenzione. Non avremo mai un mondo di auto silenziose, al massimo potremo avere delle città silenziose perché è scontato che qualche amministrazione prima o poi arriverà a vietare l’ingresso anche alle auto rumorose. Finora l’unica Ferrari mossa da un motore elettrico silenzioso è il muretto usato per allenare i meccanici a fare i Pit stop. Ma quello è un altro mondo.

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