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Il calcio femminile e il problema delle dirette Rai

Simonetta Sciandivasci

A due giorni da Tavagnacco-Brescia, prevista per domenica scorsa alle 14.30, la Rai ha chiesto alle squadre di anticipare la partita. Dopo il rifiuto delle squadre la diretta salta

Ricordate con quanta soddisfazione fu accolta, due mesi orsono, la notizia che Rai Sport avrebbe trasmesso una partita del campionato di serie A del calcio femminile, una volta a settimana per 16 gare? Se ne lessero di ogni: un grande passo per il riconoscimento del calcio femminile, un immane cambiamento culturale, la dimostrazione strabiliante dell’indipendenza dello sport dalle regole di mercato. Tutta un’epica da vittoria suffragista che faceva venir voglia di Formula 1. Com’era prevedibile, una volta attestato e glorificato il contentino, è venuto fuori che, secondo contratto (per carità!), la Rai si riserva di spostare una diretta all’ultimo momento e rifilarla in differita quando le fa più comodo: che le squadre si arrangino, è già tanto così. Il presidente del Brescia Calcio Femminile, Giuseppe Cesari ha firmato un comunicato in cui osa far presente che si può passare sopra al fatto che i commentatori Rai si ostinano a non imparare nomi e ruoli delle giocatrici (fa folclore!), ma non sull’impiegare le partite del campionato femminile come un tappa-palinsesto. A due giorni da Tavagnacco-Brescia, prevista per domenica scorsa alle 14.30, la Rai ha chiesto alle squadre di anticipare la partita, ma entrambe hanno rifiutato, non potendo più riorganizzare la partenza delle giocatrici e avendo già pagato un’imponente campagna pubblicitaria che segnalava l’orario accordato in precedenza. Alla fine, la Rai ha annullato la diretta: poteva farlo, sia chiaro. L’ha fatto altre volte e anche allora ne aveva il diritto, tuttavia fa specie che non si riesca a garantire che 16 (sedici!) partite vengano trasmesse senza imprevisti. Qua non c’eravamo mai scaldati per la (ben pagata) concessione della Rai alla Figc e non ci sorprende che ci sia voluto così poco tempo per confermare che i pro forma durano il tempo di un ballo delle debuttanti.

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