Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Italia vs. Francia

Andrea Ballarini

Che ci piaccia o no sono molti simili a noi, per questo ci danno così sui nervi, Ragione di più per avere sempre qualcosa da ridire sul tema

- Approfittare della momentanea tensione diplomatica per sfogare secoli di risentimento.

 

- Se qualcuno rivendica la Gioconda spiegare le ragioni storiche per cui il quadro si trova in Francia dal Cinquecento, qualifica come intellettuali super partes.

 

- Non dimenticare di dire che Napoleone è stato il più grande ladro d’arte di tutti i tempi.

 

- E poi con quella loro mania di mettere il burro anche sul pesce hanno rotto le balle.

 

- La cucina italiana è molto più varia e creativa di quella francese, ma loro sono dei maestri nel metterla giù durissima.

 

- Quando parlano inglese non si possono sentire: il loro franglais è francamente ridicolo.

 

- Di tanto in tanto rivendicare Nizza e la Savoia.

 

- Hanno dei buoni vini, niente da dire, ma i prezzi sono surreali. Convenirne.

 

- Possibile che dopo tanti secoli ancora non abbiano scoperto la comodità del bidet? Stupirsene.

 

- Se vuoi farli incazzare di brutto basta parlargli in inglese.

 

- E quella mania che hanno di tradurre le parole che tutto il mondo usa in inglese? Computer, software, e-mail, UFO?

 

- Lo champagne è buono ma fa venire il mal di testa. Dolersene.

 

- E quello che non fanno a quelle povere oche con quel loro cavolo di paté? Sdegnarsene.

 

- La cosa che fa rosicare gli italiani è che di ogni cosa loro hanno creato la versione francese, dal pane al Concorde, mentre noi, pur avendo delle eccellenze, non ne siamo stati capaci. Convenirne a malincuore.

 

- A Parigi mi guardavano allibiti quando parlavo loro in francese; non sono mai riuscito a far comprendere a quegli idioti la loro lingua. (Mark Twain)

 

- Notare che immediatamente dopo il confine di stato le gallerie autostradali diventano improvvisamente pulitissime, perfettamente illuminate e superefficienti; peraltro molto più di quanto non siano in tutto il resto della Francia. Trovarlo un’inutile esibizione dell’ego nazionale.

 

- Ammettere che anche l’Italia ha fatto la sua parte nello sfruttamento dell’Africa, anche se ci siamo seduti a tavola quando stavano già sparecchiando. Tuttavia convenire che dare tutta la colpa del colonialismo alla Francia è un po’ fortina come affermazione.

 

-Dov’è la statua di Belfagor?

-Non lo so. Non l’ho mai saputo. E anche se mi chiedete dove sono le statue dei tre moschettieri, non so neppure quello.

(Dialogo tra l’autore, allora tredicenne, in compagnia della sua amica Costanza, e un custode del Louvre)

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