LaPresse/Xinhua

Kim Jong-un 

Andrea Ballarini

È l’uomo del momento. E forse, forse, rischia di diventare l’uomo dell’ultimo momento. Cercando di sfuggire all’Apocalisse, non mancate di dire la vostra (o la nostra) sul caro cicciottello di Pyongyang

• Parlare dei suoi capelli.

 

• Non parlare mai dei suoi capelli.

 

• Sostenere sia ridicolo sottovalutare una minaccia di questo genere parlando solo dei suoi capelli.

 

• Giustificare il dittatore nordcoreano, giacché se lui manda in giro missili come un pazzo minacciando l’Occidente, è anche vero che noi gli avevamo già mandato Razzi. Attenzione a non scivolare nell’avanspettacolo.

 

• Dissertare sulla battaglia tra i giganti del surrealismo che si sta svolgendo tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord.

 

• Per significare universalmente la propria profondità di pensiero, che non si ferma alla vulgata condivisa dalla massa, ricordarsi di dire che alcune delle principali tragedie della storia sono cominiciate con una risata, come quella volta in Germania, quando si rideva di quello con i baffetti e la frangia demenziale.

 

• Suggerisce grande competenza politica dire che la vera sòla a Trump l’ha tirata Xi Jinping, che al presidente americano ha detto “Ghe pensi mi” e poi non ha fatto un tubo. Arabescare.

 

• Rievocare i sapidi aneddoti dei due o tre funzionari statali coreani giustiziati con un cannone contraereo per essersi addormentati durante un incontro a cui partecipava il Rispettato Maresciallo Kim Jong-un. Non ricordare mai bene se li abbia sparati con un cannone o se abbia sparato a loro con un cannone. In ogni caso apprezzare la creatività. Valutare se ingaggiare una competizione con gli astanti elencando le efferatezze commesse dal giovane leader.

 

• I capelli vabbè che vabbè, ma perché si veste come Mao? Aprire dibattito.

 

• Suggerisce grande competenza degli affari estremorientali affermare che il vero personaggio enigmatico della Corea del Nord è Ri Sol Ju, la moglie di Kim Jong-un. Non serve conoscere alcunché su Ri Sol Ju, tanto non ne sa niente nessuno.

 

• Notare che, in fondo in fondo, Kim Jong-un, al di là della prosopopea ufficiale, è solo un uomo come tanti. Infatti sì è sposato una cheerleader come un cumenda brianzolo qualsiasi.

 

• Dolersi che l’Apocalisse debba scatenarsi a causa di uno che normalmente a scuola sarebbe stato bullizzato anche dal cancellino. Ravvisare un discutibile senso dell’umorismo della storia.

 

• Se la serata non sta decollando, sostenere che Kim Jong-un è il massimo stratega politico degli ultimi cinquant’anni, perché dietro a un aspetto increscioso nasconde una sagacia e un’astuzia grazie alle quali sta tenendo in scacco Cina e Usa. Se l’audience ha qualche velleità culturale parlare di Von Clausewitz.

 

• Ricordare che ha ottenuto due lauree: una in fisica all’Università Kim Il-sung e una all’Accademia Militare Kim Il-sung. Osservare che al Trota è andata molto peggio per una cazzatina da niente a paragone.

 

• Kim Il-sung era stato nominato “Grande Leader”; Kim Jong-il “Caro leader” e lui, nel 2009, sarebbe stato definito “Brillante compagno”. Con un epiteto del genere era ovvio che dovesse essere un pirla. Convenirne.

 

• In tono frivolmente mondano fare notare che Kim Jon-un ha una frequentatissima pagina Facebook. Arabescare ipotesi fantasiose su chi abbia avuto l’idea di crearla.

 

• I dittatori cavalcano avanti e indietro su tigri da cui non osano scendere. E le tigri diventano sempre più affamate.
(Winston Churchill)

 

• Anche se gli assomiglia molto non è quello del Gangnam Style. Rammaricarsene.

Di più su questi argomenti: