Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Il Nobel

Andrea Ballarini

Ogni anno è una di quelle ricorrenze che non si può evitare. E ogni hanno nascono puntualmente polemiche a non finire. Per quanto poco ne sappiate, dite la vostra senza alcun senso critico. Ecco qualche suggerimento utile

- Essere sempre in disaccordo con le scelte degli svedesi, particolarmente per la letteratura.

 

- Ricordarsi sempre di dire che tutti i premiati per la fisica stanno fondamentalmente ancora facendo i compiti a casa lasciati da Einstein.

 

- Relativamente al Nobel per la letteratura a Ishiguro: finalmente, dopo poetesse depresse, scrittori incomprensibili e cantautori antipatici, hanno premiato uno che scrive delle belle storie che si capiscono. Convenirne.

 

- Avere sempre preferito gli IgNobel conferiti ad Harvard. Particolarmente apprezzata la ricerca dada dell’australiano Matthew Rockloff e dell’americana Nancy Greer che ha dimostrato come la vista di un coccodrillo a fauci spalancate a pochi centimetri dalla faccia aumenti la predisposizione a giocare d’azzardo, a causa del ruolo giocato dall’eccitazione nella psicologia dei giocatori.

 

- Se la serata non decolla, chiedere di tanto in tanto se (inserire il nome di uno scrittore) abbia mai vinto il Nobel per la letteratura. Se con abilità si riesce a deviare il discorso su alcuni classici affini come, per esempio, il gioco dei vivi e dei morti (Ma Golda Meir è morta o viva?), la serata è salva.

 

- Provare a elencare tutte e sei le categorie dei premi Nobel e scoprire che ne manca sempre una, come per i sette nani. Dolersene.

 

- Mai leggere un libro di un premio Nobel per la letteratura per almeno dieci anni dal conferimento, per non apparire troppo ovvi. (Vedi seguente)

 

- Una volta in un salotto avere esaltato uno scrittore ignorando che avesse appena vinto il Nobel per la letteratura. Avere passato il resto della serata a cercare inutilmente di convincere i presenti che non lo si sapeva, ma che vi erano veramente piaciuti i suoi libri.

 

- Ma l’hanno dato prima a Pirandello o alla Deledda? Segue dibattito.

 

- Quando gli editori svuotano i cassetti e ripubblicano libri che, in mancanza del premio, non avrebbero mai degnato di un secondo sguardo, provare un profondo senso di irritazione, paragonabile a quello suscitato dai colleghi leccaculo che vi salutano solo quando siete con il capo.

 

- Se qualcuno cita Einstein, fare il figo ricordando che non ha avuto il Nobel per la teoria della relatività, bensì per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico. Non è necessario sapere cosa sia l’effetto fotoelettrico.

 

- Ma a (inserire un nome a caso) l’hanno già dato? Collezionare le risposte con spirito antropologico.

 

- Se lo avessero chiamato Premio Dinamite invece che Nobel non la metterebbero giù tanto dura. Convenirne.

 

- Per segnalarsi come spiriti fuori dal coro, ricordare che nel 1964 Jean-Paul Sartre rifiutò il premio per la letteratura. Se si insiste e si arriva a dire che nessuno di quelli di oggi avrebbe il coraggio di fare una cosa simile, ci si segnala come inutilmente rancorosi e antagonisti.

 

- Spigolatura da Wikipedia. È diffusa una tesi, pur senza particolare fondamento, secondo la quale il premio per la matematica non sarebbe stato istituito in quanto Nobel avrebbe scoperto che una sua amante lo aveva tradito con un famoso matematico svedese, Gösta Mittag-Leffler.  Istituendo il premio per la matematica l'Accademia Reale svedese lo avrebbe probabilmente assegnato proprio a Mittag-Leffler. E improvvisamente Alfred Nobel ci è subito più simpatico.

 

- Ricordare che da bambino alla domanda: “Cosa vuoi fare da grande?” dall’età di otto anni in poi si rispondeva: “Premio Nobel per la letteratura”. Se poi da adulti si è intrapresa una professione legata alla scrittura non raccontare questo aneddoto.

 

- I grandi premi non vengono mai dati allo scrittore, ma ai suoi lettori. Poveracci, se li meritano. (Ennio Flaiano)

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