Foto André Câmara via Flickr

Il narcisismo

Andrea Ballarini

Secondo alcuni una patologia quasi esclusivamente maschile, secondo altri, invece, non si salva nessuno. Sicuramente ce n’è in giro un bel po’. Ragion per cui bisogna parlarne. A proposito ma anche a sproposito, tanto non si vede quasi la differenza

• La mia nevrosi preferita. Chic.

 

• I social network hanno dato una dimensione universale a quello di un sacco di pirla. Allargare il concetto adducendo esempi.

 

• Con afflato sociologico sentenziare che è la nevrosi principe di questa società. Convenirne.

 

• Chiedere con complicità chi non si è fidanzata almeno una volta con un narcisista fighissimo? Solidarizzare.

 

• Lamentare che la maggior parte dei narcisisti maschi abbiano uno speciale sensore grazie al quale non appena hai deciso di liberartene definitivamente si rifanno vivi.

 

• Sulla distanza breve i narcisisti patologici sono imbattibili, nemmeno Maria Goretti riuscirebbe a resistere, ma non appena si cede perdono ogni interesse. Conoscere dei virtuosi che non hanno neppure bisogno di portare a letto la vittima, gli basta sapere che potrebbero farlo. Deplorare.

 

• Scagliarsi contro la vulgata che vuole il narcisista maschio. Replicare che basta chiedere a qualunque donna per averne la conferma. Controreplicare che ciò non vuol dire che i narcisti siano solo maschi, bensì che le donne sono disposte a raccontare le loro disavventure più degli uomini. Abbandonare la stanza tra gli applausi di entrambi i sessi.

 

• Quelli che dicono che chiamano e poi non chiamano. Tuonare contro. (Vedi seguente)

 

• La telefonata che tarda più di mezz’ora è causa sufficiente per una separazione preventiva. Se tarda tre ore è colpa sua, se tarda tre settimane è colpa vostra. Rammentarlo.

 

• Non appena possibile citare “Le metamorfosi” di Ovidio. Meglio in latino, altrimenti va bene anche la versione di Sermonti: bellissima. Per non metterla giù troppo dura, sdrammatizzare dicendo che si aveva poco tempo e se ne è letta una sola di uno scrittore di Praga di cui non si ricorda il nome.

 

• Detestare il fatto che il/la narcisista in fase seduttiva ti guarda e ti parla come se fossi l’unico/a uomo/donna sulla terra e, a distanza di un paio di giorni, in fase postseduttiva, se ti guarda e ti parla lo fa come se fossi un/a lontano/a parente.

 

• Con l’esperienza si impara a riconoscere il/la narcisista da alcuni tratti caratteristici. Il più macroscopico è che se sembra “too good to be true” è perché è proprio “too good to be true”. Dissertare sulla tendenza alla sovrainterpretazione delle vittime naturali di personalità narcisistiche.

 

•Lo stronzo piace sempre. Un evergreen. Non abusarne.

 

• Quando una donna vi racconta le sue disavventure con un precedente fidanzato, etichettarlo all’istante come tipico narcisista patologico; costernarsi a nome di tutto il sesso maschile capta la sua benevolenza e dà l’illusione che siate di tutt’altra pasta. Se ce la si gioca bene, le possibilità di seduzione in un ragionevole lasso di tempo aumentano enormemente.(*)

 
• Sul piano sessuale i narcisisti generano enormi aspettative ma poi sono spesso una colossale delusione. Avere avuto un fidanzato che prima di fare sesso cercava la migliore illuminazione posizionando lo specchio come Vittorio Storaro. Replicare scagliandosi conto queste banalizzazioni da avanspettacolo. Controreplicare che è piuttosto difficile avere un orgasmo con uno che mentre è dentro di te guarda qualcun altro. Arabescare a soggetto.

 

• Ricordarsi sempre di dire che chi ne è affetto non potrà mai porvi mai in cima ai suoi interessi. Al massimo potreste venire al terzo posto, dopo lui e la sua mamma. Dolersene.

 

• Il dolore provocato da una relazione con un/a narcisista ha due modalità. Modalità uno: lei sente che sta per morire. Modalità due: lui sente che non morirà. (Vedi seguente)

 

• Il narcisista, dopo, si dilegua. La narcista, dopo, ti tortura. Firmato: Sigmund. (Graffito murale nel bagno del Dipartimento di Psicologia dell’Università “La Sapienza”, Roma)

 

• Io sono come sono./Cerca di cambiare./Sono cambiato./Non sei più quello di una volta. (Elio e le Storie tese)

 

• Se si hanno amici psicologi, psichiatri o psicanalisti, stupirli affermando che una delle conseguenze meno studiate di una relazione con un narcisista è lo sviluppo di gravi forme di lordosi. Davanti alla loro incredulità raccontare che si è state intrappolate per tre anni in una relazione con un narcisista perverso, durante i quali si è vissute esclusivamente dentro gonne strettissime e su tacchi di quindici centimetri, perché a lui piacevate così. Rammaricarsene.

 

• Avere avuto un’amica narcisista manipolatrice che quando vi incontravate parlava initerrottamente per tre ore di quello che aveva detto, di quello che aveva fatto e di quello che aveva pensato e poi, quando realizzava che voi avevate detto solo due volte “Ah-ha”, concludeva seriamente con: “Ma adesso basta parlare di me. Dimmi, come mi trovi?”

 

• Avere un amico narcisista patologico che quando fa la corte a qualcuna si presenta con il nome della donna in questione tatuato sul braccio. Avergli chiesto cosa accadesse nel caso che la storia finisse anzitempo e avere ottenuto la risposta che quasi sempre le sue storie finivano prima che si facesse una doccia e quindi non c’era problema. Nel suo genere un artista.

 

• Fino a tre anni è una condizione esistenziale, dopo i trenta è un hobby.

 

 

(*) N.B. Dopo i trenta non funziona più: l’hanno già vista. Rammentarlo.

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