Le modelle curvy

Andrea Ballarini

Sono l'eterno feminino dei nostri tempi. Secondo alcuni l'unico modello di femminilità reale.

    Sono l'eterno feminino dei nostri tempi. Secondo alcuni l'unico modello di femminilità reale; secondo altri la coda di paglia di un sistema malato. Comunque la pensiate, sparatele grosse con noi se qualcuno parla di modelle curvy.

     

    - Sono la moda del momento. Convenirne.

     

    - Tesi: Finalmente delle donne normali. Corollario: Non se ne poteva più delle modelle anoressiche.

     

    - Lamentarsi che siano sostanzialmente la coda di paglia del fashion-system.

     

    - Ma tra una 36 e una 50, in mezzo, niente? (Dalla bacheca Facebook di un’amica)

     

    - Analizzare con piglio sociologico il fenomeno, evidenziando le affinità con il pensiero che ha prodotto gli spot per donne cosiddette normali, gioiosamente entusiaste di emulsioni idratanti e altri cosmetici similari. Notare che, sfortunatamente, il risultato è patetico. Valutare se far partire un pippone sulla cattiva coscienza dei pubblicitari.

     

    - Rinverdire il vecchio adagio secondo cui un po’ di ciccia, nei punti giusti, agli uomini è sempre piaciuta.

     

    - Ora che persino il calendario Pirelli utilizzerà una modella curvy si potrà finalmente scagliarsi anche contro questa nuova frontiera della mercificazione del corpo femminile. Attendere con ansia il momento.

     

    - Commentare che se poteste trascorrere il vostro tempo tra estetista, make-up artist, parrucchiere, solarium, stilisti e image consultant potreste farla anche voi la modella curvy.

     

    - Snocciolare con disinvoltura la definizione “fatshion” per far capire che siete molto attenti/e a ciò che fa tendenza. Tuonare contro il giudizio morale implicito.

     

    - Vibrare di sdegno per l’effetto riserva indiana del fenomeno delle modelle curvy, mentre il resto del fashion-system continua serenamente a usare le anoressiche.

     

    - Scagliare anatemi contro l’evidente malafede degli articoli di moda e costume che da un anno a questa parte si affannano a proclamare il tramonto delle magre-magrissime a favore di un modello estetico più naturale e più sano.

     

    - Di tanto in tanto infilare ad minchiam in qualunque discorso il concetto che le donne devono accettarsi per come sono, superando gli stereotipi e mostrando la loro bellezza autentica. Proporlo anche come valida alternativa all’invocazione della pace nel mondo in occasione della consegna del titolo di Miss Universo.

     

    - Quando GQ o qualche altra rivista per maschi extraetero metterà in copertina una ragazza taglia 50 si potrà cominciare a parlarne; fino ad allora è tutta una gran pippa ideologica. Posizionamento veterotestosteronico che riscuote sempre un certo successo presso i target più tradizionalisti.

     

    - Vedere la passione mediatica per le modelle curvy come una necessaria fase dialettica del processo di affrancamento dal modello unico taglia 38 imposto dal sistema, nella speranza di poter un giorno finalmente indossare una taglia 44 senza sensi di colpa. Affermazione che attesta capacità di visione sistemica, nonché saggezza esistenziale. Allontanarsi tra gli applausi.

     

    - Chiedere provocatoriamente a un’amica se preferibbe assomigliare a Candice Huffine (quella del calendario Pirelli) o a Kate Moss, quindi concludere sprezzantemente: “Ma allora de che stamo a parlà?”

     

    - Ricordare che Jennifer Lopez ha assicurato il suo lato B (fare il segno delle virgolette con indici e medi a segnalare la proprio presa di distanza dalla definizione) per un milione di dollari. Fare stime approssimative su parti anatomiche dei presenti: astenersi.

     

    - Dire di non vedere l’ora che diventino di moda anche gli uomini curvy per essere ricordati come degli antesignani.