Foto di Petr Kratochvil

I regali riciclati

Andrea Ballarini

E' quasi Natale e i regali diventano improvvisamente la maggior fonte di angoscia del Paese. Per fortuna, cercando bene, si può sempre trovare qualcosa da ricollocare a miglior destinatario. Ecco perché è bene avere delle opinioni da rivendersi alla prima occasione sui regali da riciclare.

- Ogni anno dopo Natale organizzare una serata con gli amici dove ciascuno porta il più orrendo regalo ricevuto e imbastire una riffa. Chic.

  

- Mentre il regalo normale porta con sé un carico di inquietudine relativo al suo gradimento, quello riciclato non è ansiogeno, giacché esaurisce la sua funzione nel momento stesso in cui viene consegnato e il donatore può disinteressarsene immediatamente.

  

- Sostenere che alcuni oggetti vengono pensati espressamente per essere riciclati, come il set da Parmigiano con i coltellini a goccia e il tagliere diviso in settori.

  

- Trovare deprimenti tutte le ricette-espediente per riciclare pandori e panettoni per tutto gennaio. I milanesi ultraquarantenni possono utilmente ricordare l’usanza, quasi dimenticata, di conservare una fetta di panettone da mangiare, rinsecchita, il 3 febbario a San Biagio per proteggersi dai malanni della gola.

  

- Competere per chi ha ricevuto il regalo riciclato più schifoso: evitare. Scontato. Verificare chi negli anni ha ricevuto più centrotavola: idem.

  

- L’avvento del digitale ha debellato la piaga delle agende con il marchio di assicurazioni, banche ecc. Plaudire.

   

- Cosa da sapere. Strofinare un batuffolo di cotone imbevuto di alcol per togliere i marchi serigrafati di aziende dai regali di Natale, onde poterli riciclare a parenti e amici, non è una tecnica efficace.

  

- Sperare sempre di trovare in un regalo riciclato il bigliettino indirizzato al primitivo destinatario. Sostenere che porti fortuna.

  

- A ogni inizio di dicembre passare in rassegna tutti i regali inutili ricevuti negli anni precedenti e non trovarne mai nessuno riciclabile. Contemporaneamente elogiare l’amico che dichiara di essersi liberato dalla schiavitù del regalo natalizio vent’anni prima.

   

- Tuonare contro il regalo natalizio, rito di ipocrisia sociale. Consentito dai quindici ai venticinque anni: prima è impensabile, dopo è inutile.

  

- Epistemologia del regalo riciclato. Non deve essere troppo strano, altrimenti rivela subito la sua natura di riciclo; né troppo personalizzato, altrimenti diventa difficilmente ricollocabile; né troppo bello da costituire un pericoloso precedente per gli anni successivi.

   

- Alternativa alla spasmodica ricerca del regalo da riciclare: andare alla Feltrinelli e comprare tutti i doni in una volta. A quel punto ostentare la scelta, non sostituendo neppure il sacchetto brandizzato.

  

- Le gift-card sono consentite solo ad personam. Regalarne a più persone presenti alla stessa cena è socialmente sanzionato.

   

- Dare direttamente dei soldi invece di trasformarli in stupidi oggetti inutili è consentito solo ai nonni nei confronti dei nipoti o ai portatori di sindrome di Asperger.

   

- Se si possiede una casa molto grande, collezionare i più spaventosi regali, evidentemente riciclati, ricevuti nel corso di una vita è un atteggiamento camp assai apprezzato e lascia immaginare una vasta cultura estetica.

   

- Il sacro graal del riciclo è riuscire a volturare alla nuova fidanzata l’anello dato a quella precedente, di cui si è rientrati in possesso al momento della separazione.  

   

- Una fattispecie del tutto particolare di riciclo è l’articolo di costume sui regali riciclati. Conoscere amici giornalisti che da decenni riescono a rivenderselo con varianti minime.

   

- Non appena si scarta un regalo che si intuisce essere riciclato è importante dire subito con entusiasmo “Bello!”. Attenzione a non anticipare troppo l’esclamazione, altrimenti se ne tradisce la falsità

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