Perché la Clinton ha perso e Macron ha vinto?

Mario Sechi

È tutta una questione di Zeitgeist, spirito del tempo. Studiare Hegel aiuta parecchio. Intanto la classe dirigente italiana dimostra di non potersi presentare solo con l’import del manifesto di un papa straniero

Sant'Isaia

I nani del giardino politico italiano. In passato il movimento di liberazione dei nani da giardino ebbe un certo successo. È urgente riscoprire quell’impresa e dirottarne le risorse morali e materiali verso un altro grande obiettivo: la liberazione del paesaggio politico dai macronisti e lepenisti italiani. La situazione è diventata grave e perfino seria, da vero e proprio intervento delle forze speciali del buon umore, quando sul Corriere della Sera online di qualche giorno fa è comparso il seguente titolo:

 

 

“Mettiti alla prova”. Siamo allo scherzo internettiano – declinato con una titolazione senza un filo di ironia - uno dei tanti segnali dell’impossibilità della classe dirigente italiana (giornalisti compresi) di presentarsi con una propria cifra culturale e stilistica e non con l’import del manifesto di un papa straniero. Il fenomeno è di sinistra e di destra. I compagni (si può dire?) di volta in volta si sono innamorati e si sono lasciati andare in effusioni per Blair, Clinton, Zapatero, Obama, Hillary Clinton, Iglesias (lo spagnolo), il primissimo “normal” Hollande, perfino Jospin riuscì a finire nel pantheon dei democratici italiani in cerca d’autore. È un elenco che parla da solo. In mezzo, in questo sgangherato passaggio dal Novecento al Duemila, ci sono i nomi di Occhetto, D’Alema, Veltroni, Franceschini, Bersani e Renzi che ieri a Milano ha passeggiato con l’archiviato Obama, ma sempre buono per mostrarsi biodegrabili, biosostenibili, attenti al food, più che mai cool e cribbio, siamo vicini agli amici della Terra. E poi, rullo di tamburi, marsigliese – e sì, forse metteranno anche l’Inno alla Gioia – voilà, arriverà anche l’incontro con Macron, ultima icona (im)possibile. Emmanuel mostra la bandiera europea, Matteo la nasconde. Ma che volete, sono dettagli coreografici. 

 

Lo stesso curioso fenomeno di camaleontica appropriazione è accaduto più di recente in una destra che appare culturalmente attrezzata come l’Armata Brancaleone: ai tempi del primo Berlusconi ogni tentativo di innestare qualche riferimento alla rivoluzione liberale di Thatcher e Reagan, naufragava in partenza di fronte alla ovattata presenza azzurrina di Gianni Letta a Palazzo Chigi; pensare di essere George W. Bush figuriamoci; Chirac stava a tutti sulle scatole; Sarkozy fu l’infatuazione di un attimo, subito evaporata; Cameron era impraticabile, uno che aveva studiato (e per soprammercato a Eton). Deserto. Ma a un certo punto tra i destri italici s’è sparsa la voce che un modello di riferimento ci voleva, Berlusconi non bastava più, il mimetismo politico conferiva una certa allure, e hanno pensato che Trump e Le Pen fossero perfetti per darsi un tono di cosmopolitismo. Oh che sorpresa, conoscono il mondo. Peccato che The Donald e Marine siano lontani da ogni parentela ideologica con i sovranisti di Colle Oppio e della Ghisolfa. Il naufragio è bipartisan. Non hanno capito che la forma partito tradizionale sta andando in pensione alla velocità della luce. Il Pd renziano da domenica sera sembra un residuato bellico del Novecento, il centrodestra semplicemente non esiste e l’unico movimento originale è quello di Beppe Grillo. Fornisce risposte sbagliate alle domande giuste, ma è contemporaneo, e questo fatto ineludibile che dovrebbe far riflettere i partitanti impegnati in un ballo di carnevale fuori stagione con la maschera altrui. Andiamo avanti, dopo l’elezione di Macron stanno succedendo cose molto interessanti. Dove? Occhio al becchino e al mercato.

 

Il becchino. Valls: "Le Parti socialiste est mort". Manuel Valls si candida alle elezioni legislative con il movimento di Macron. Questa la sua lapidaria dichiarazione di stamattina: “I vecchi partiti stanno morendo o sono morti, sarò candidato della maggioranza presidenziale. Tutti quelli che si riconoscono nel progetto riformista di Emmanuel Macron dovrebbero impegnarsi pienamente". Chiamate il prete per l’orazione funebre. Adieu.

 

Il mercato. Titoli di Stato ko. Il mercato obbligazionario sta affondando, scende il valore dei titoli, aumenta il tasso d’interesse. Per l’Italia è una cattiva notizia. Da ieri sul taccuino del titolare sono annotati i valori dello spread tra Btp e Bund, ecco l’andamento di oggi, benvenuti sulle montagne russe:

 

 

Notate qualcosa? Cabrate e picchiate della quotazione indicano continui “strappi” dei trader che si stanno chiedendo: che si fa con les italiens? Hanno un sistema politico squagliato, sono senza una legge elettorale, il primo partito nei sondaggi è quello guidato da un comico, una grande coalizione tra Renzi e Berlusconi forse non ha i numeri per governare e nei forzieri del Belpaese che s’allunga sul Mediterraneo c’è il terzo debito pubblico del mondo. Ecco perché oggi l’Italia è il big mover del mercato. Allacciate le cinture, abbiamo davanti tempi interessanti. 

 

Falò Italia. Come anticipato ieri su List, le ondate dello tsunami francese sono puntualmente arrivate anche in Italia. Berlusconi ha detto a Salvini che è ora di finirla con la storia dell’uscita dall’Euro, lui ha risposto che allora niente alleanza. Il grande scioglimento del piccolo iceberg del centrodestra è appena iniziato. Su Tiscali.it il titolare ieri ha dato una breve intervista che fa la sintesi di quello che poi ha cominciato a manifestarsi qualche ora dopo, il tempo di un caffè: “Vittoria di Macron, un assist per Berlusconi e una lezione per Renzi”. Nessuna pre-veggenza, solo un po’ di logica applicata alla bizzarra politica italiana.

 

Nel frattempo…. record del commercio tedesco. La Germania va come un treno ad alta velocità: import e export hanno toccato entrambi il record nel mese di marzo: 92.9 miliardi le importazioni e 118.2 miliardi di euro le esportazioni. Anno su anno l’export è cresciuto di oltre il 10 per cento. Il surplus commerciale tedesco quest’anno è già a quota 25.8 miliardi. Auf Wiedersehen!

 

Perché la Clinton ha perso e Macron ha vinto? Bella domanda, la risposta la dà Leonid Bershidsky su Bloomberg View. La qualità del dibattito in Francia era superiore, anche sui social. Questo è uno studio della Oxford University sul tema. Appunto del titolare di List: Clinton era il candidato sbagliato, Trump quello giusto. È tutta una questione di Zeitgeist, spirito del tempo. Studiare Hegel aiuta parecchio. Qui la voce da cominciare a frequentare sull’enciclopedia filosofica della Stanford University. Oh, come siamo colti stamattina. Un caffè ar vetro con Ginetto e Hegel, chi l'avrebbe mai detto?

 

Il dossier anti-Trump? Spazzatura. Com’è andata a finire la storiella? Sono tempi di post-verità, cribbio. James Clapper, ex capo dell’intelligence americana, è andato di fronte al Senato degli Stati Uniti ieri e alle domande sul dossier confezionato dalla spia inglese Steele – dossier commissionato dai democratici, usato in campagna elettorale, pubblicato dai giornali e a sua volta usato come innesco di un’inchiesta dell’Fbi su un collaboratore di Trump, Carter Page – ha dovuto dire una cosa che, ancora una volta, conferma quanto le fake-news fioriscano (anche) sulla bocca di chi le usa come argomento à la page nel salotto democratico, l’arma di distrazione di massa per nascondere i propri deficit politici. “Su quel dossier non ci sono prove”, ha detto Clapper, mandando in tilt il flipper dei democratici. Appuntamento alla prossima post-verità.

 


 

9 maggio. Europa! Nel 1950 Robert Schuman presenta la Dichiarazione che condurrà alla firma del Trattato CECA, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Parte l’integrazione degli stati nazionali del Vecchio Continente. Dal 1985 il 9 maggio è la Giornata dell'Europa.