Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il premier Paolo Gentiloni (foto LaPresse)

Il Def e le capacità divinatorie del ministero dell'Economia

Mario Sechi

Lettura del Documento di economia e finanza presentato dal governo. Quando si comincia la lettura degli scenari economici, entriamo nel regno del Mago Merlino

Giovedì Santo

 

Non azzeccano una previsione dal 2008 – parola di Andrew Haldane, capo economista della Bank of England – ma continuano a provarci per fede, dogma e schema di lavoro che non cambia mai. La lettura del Documento di economia e finanza presentato ieri dal governo è pienamente dentro questo scenario. Quando si comincia la lettura degli scenari economici, entriamo nel regno del Mago Merlino. Nel valutare i possibili fattori esterni che influenzano la crescita, al ministero dell’Economia hanno provato a fare proiezioni che vanno in direzione divinatoria. Prendiamo, per esempio, il prezzo del petrolio. Le previsioni sono queste:

 

 

Sono credibili? Tutto è possibile, siamo nella fase dei numeri appoggiati sul foglio perché qualcosa bisogna fare per giustificare i tassi di crescita, inflazione, etc. che sono stati programmati.

E’ un esercizio di presunzione? Necessario, ma lo è. Questo è l’andamento del prezzo del petrolio negli ultimi cinque anni:

 

 

Il barile ha galleggiato dal 2012 fino all’autunno del 2014 tra quota 95-100 dollari, poi si è inabissato fino a toccare i minimi all’inizio del 2016 e ora è tornato sopra quota 50 dollari.

Ipotizzare un quadro macroeconomico stabile in presenza di shock geopolitici e finanziari come quelli che si vedono all’orizzonte è operazione da stuntman. Sfidare la Storia è come andare sul ring senza aver mai fatto a cazzotti neanche al bar.

Lo vediamo con il dato dell’inflazione, per anni è rimasta a livelli anemici, poi i prezzi hanno subito un’accelerazione negli ultimi mesi, ma in gran parte è figlia dell’aumento dei prezzi energetici. Guardate questo grafico di Eurostat, raffigura i principali componenti dell’inflazione dal 2007 a oggi:

 

 

È la curva dell’energia la catapulta – e la zavorra – dei prezzi. A marzo 2017 il quadro è ancora più lampante:

 

 

È l’energia il motore. Resterà acceso? Questo è il dato dell’inflazione in Germania nel mese di marzo pubblicato oggi:

 

 

Il dato dell’inflazione è altamente instabile. I prezzi energetici continuano ad essere come una puntata sul tavolo verde. Gli esperti dicono che ci sono buone ragioni per sostenere un riallineamento verso l’alto, è probabile ma non certo, l’Agenzia Internazionale per l’Energia pensa che sia vicino un punto di equilibrio e il vertice dell’Opec del 25 maggio è importante per vedere se l’accordo sul prezzo regge lo scenario geopolitico e il trend del mercato.

 

Tutto questo per l’Italia ha grandi conseguenze. Se l’inflazione dovesse restare bassa, il programma di acquisto di titoli della Banca centrale europea continuerà senza tagli ulteriori, ma se i prezzi dovessero salire a razzo, la Germania chiederà a Mario Draghi una sforbiciata e perfino la fine del quantitative easing. Per le previsioni fatte dal governo, in assenza di una crescita robusta – questo scenario sarebbe una catastrofe. La scacchiera sulla quale si gioca il nostro futuro è questa e mentre la politica nelle prossime settimane continuerà a rotolarsi nel fango delle inchieste giudiziarie e delle accuse reciproche, all’orizzonte c’è l’iceberg di una legge di bilancio da 20 miliardi in pieno clima elettorale. Sul Titanic suonava l’orchestrina, nel transatlantico Italia suonano le parole vuote dei talk show. Fiction.

 

Il test in Francia. Le elezioni presidenziali in Francia sono il primo test europeo che potrebbe condurre a uno shock che cambia tutto il quadro geopolitico. Emmanuel Macron è largamente favorito, ma sui mercati nonostante il largo scarto di cui viene accreditato nei confronti di Marine Le Pen, si sta diffondendo un certo nervosismo.

  

 

Lo spread dei titoli di Stato francesi rispetto a quelli della Germania si sta allargando man mano che si avvicina la data del voto. Ci siamo, il primo turno è il 23 aprile. Cosa dicono i sondaggi? Questo è quello pubblicato ieri da Ifop, primo turno:

 

 

È un testa a testa tra Le Pen e Macron, con la candidata del Front National in vantaggio di un punto. Cosa succederà nel secondo turno del 7 maggio? Questo:

 

Vince Macron, che ha ancora un largo margine, ma è uno scenario che va preso con estrema cautela perché potrebbe essere ribaltato da una scarsa affluenza e dalla motivazione degli elettori. La Le Pen ha una base elettorale convinta, Macron no.

 

 

Sono numeri interessanti, vedremo se i sondaggi in questa occasione avranno più fortuna di quanta ne abbiano avuta per la Brexit e l’elezione di Donald Trump. Allora fecero crac, se succede anche per la Francia, il crac sarà quello dell’Europa.

 

13 aprile. Nel 1986 Papa Giovanni Paolo II compie la storica visita alla sinagoga di Roma.