Monica Cirinnà con Maria Elena Boschi (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Le unioni civili sono un'arma di distrazione di massa

Mario Sechi
Ogni giorno è fatto per discutere di un tema che non è in cima all’agenda. Quando non c’è il polverone giudiziario, l’intercettazione, il malandrino, la dichiarazione roboante, c’è qualche legge laterale che provoca danni collaterali e distrae dalla questione italiana.
Sant’Ignazio da Laconi.

 

Titoli. Ogni giorno è fatto per discutere di un tema che non è in cima all’agenda. Quando non c’è il polverone giudiziario, l’intercettazione, il malandrino, la dichiarazione roboante, c’è qualche legge laterale che provoca danni collaterali e distrae dalla questione italiana. Oggi dunque sono le unioni civili a interpretare il ruolo di arma di distrazione di massa, domani si vedrà. Parlare di un fisco dal volto umano, di provvedimenti per facilitare la nascita e la crescita (in dimensioni, caro ministro Padoan) delle imprese, chiedersi perché siano diminuite le iscrizioni di nuove partite Iva, interrogarsi sulla diffusione record del lavoro part-time nonostante il Jobs Act, fare due conti sulla pressione fiscale reale che si trasferisce come un gioco delle tre carte dal centro alla periferia, tutto questo dovrebbe costituire la priorità per una nazione le cui prospettive di crescita sono per il 2016 intorno all’uno per cento, ma si perde tempo con Marchini, i vescovi, le opposizioni. E così i giornali sono quello che sono, lo specchio di una realtà deformata. Si fa in fretta a leggerli, sono in ciclostile. Non ci credete? Seguite il titolare di List. Primo caffè, Corriere della Sera: “Unioni civili, la fiducia è un caso”. Repubblica: “Unioni, il governo mette la fiducia. La Cei: grave errore”. La Stampa: “Unioni civili, sul voto l’ira dei vescovi”. Il Messaggero (caffè ar vetro): “Unioni civili, fiducia e proteste”. Carlino-Nazione-Giorno: “Unioni gay, fiducia con rissa”. Il Secolo XIX: “Unioni civili, l’ira dei vescovi”. Tutto bene, in edicola. Buona giornata.

 

Unioni civili. Oggi il voto di fiducia. Ah, ricordiamolo, nel caso non si fosse capito: i vescovi non sono d’accordo.

 

L’uomo giusto al posto giusto. Dopo una serie di trovate creative prive di senso diplomatico, Renzi rimette le cose nel senso giusto di marcia: Calenda va al ministero dello Sviluppo e l’ambasciatore Maurizio Massari diventa rappresentante permanente dell’Italia a Bruxelles. Politico saluta la nomina di Massari con favore, il titolare di List sottoscrive, Massari è persona capace.

 

Cosa succede in America? Succede che Trump – quello che doveva essere disarcionato dall’establishment repubblicano – continua la sua cavalcata e vince in Nebraska e West Virginia. Ma la cosa interessante – anche per Trump – è la sfida tra Bernie Sanders e Hillary Clinton. L’anziano senatore ha vinto in West Virginia e tiene la corsa aperta. Questo significa che Hillary combatte su due fronti: il primo è con Sanders per non farsi soffiare i delegati, il secondo è con The Donald che già corre come candidato alla presidenza. Sanders non si arrende e di fatto indebolisce la Clinton. Vuoi vedere che Hillary arriva a novembre logorata e la presidenza la conquista Trump? Sembra impossibile, eppure…

 

Viaggiare dentro il tubo. Alla velocità del suono. La società Hyperloop Technologies che sta sviluppando la tecnologia hyperloop ha raccolto 80 milioni di dollari per continuare le sue ricerche. Cosa serve? Un tubo, aria compressa, un veicolo che galleggia nel vuoto alla velocità del suono. E’ possibile? Sì che lo è. Se General Electric e le Ferrovie Francesi investono nel progetto… e se Elon Musk lavora al progetto, fate voi. Ah, dimenticavo, nell’aria la velocità del suono è di circa 340 metri al secondo.

 

Walt Disney giù. Per la prima volta negli ultimi cinque anni Walt Disney non conferma le stime degli analisti di Wall Street. Che cosa vuol dire? Guardate dentro il business di ESPN, la tv del gruppo Disney e maggior fonte di ricavi: calano abbonati e pubblicità.

 

11 maggio. Nel 1948 Luigi Einaudi viene eletto secondo Presidente della Repubblica italiana con 518 voti su 872. Leggete i suoi scritti, c’è tutto l’irrisolto dell’Italia contemporanea.

 

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