Senato, la conferenza stampa dei genitori di Giulio Regeni (foto LaPresse)

Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Ormai l'inchiesta Tempa rossa è diventato un caso gossip amoroso

Mario Sechi
Titolo d’apertura del trio Carlino-Nazione-Giorno: “Guidi, gelo con il compagno”. Wow, siamo in pieno clima da storia perfetta per un tabloid del Regno Unito. Catenaccio da storie di Harmony: “«Non conviviamo e abbiamo conti separati». L’intercettazione: «Mi stai usando»”. Che bella, la vita in famiglia.

Santa Galla.

 

Titoli. Il mistero d’Egitto sulla morte di Giulio Regeni continua, la cronaca politica diventa rosa shocking con la Guidi che (forse) ha mollato il compagno-fidanzato-marito, Renzi studia un’altra mossa che farà produrre cento slide a Renato Brunetta. Questo è l’impaginato quotidiano, il resto è tutto trasferito in cash a Panama e dintorni. Primo caffè, Corriere della Sera: “Avviso all’Egitto su Regeni”. Catenaccio: “Gentiloni: dossier carente, non ci faremo calpestare. Il Cairo: così si complica tutto”. Più complicato di questo… Repubblica ha addirittura un anonimo che rivela chi avrebbe ucciso il giovane studente italiano: “Il giallo dell’anonimo: ecco chi ha davvero ucciso Giulio”. La torre di Babele al confronto riluceva per chiarezza del discorso. Altro? Titolo d’apertura del trio Carlino-Nazione-Giorno: “Guidi, gelo con il compagno”. Wow, siamo in pieno clima da storia perfetta per un tabloid del Regno Unito. Catenaccio da storie di Harmony: “«Non conviviamo e abbiamo conti separati». L’intercettazione: «Mi stai usando»”. Che bella, la vita in famiglia. Andiamo avanti. Fatti e disfatti romani? Caffè ar vetro e Il Messaggero: “Roma, soldi agli sgoccioli per il debito”. Fantastico, vediamo il dettaglio: “l vecchio debito di Roma, il fardello da 22 e passa miliardi di euro dei quali rimangono da pagare ancora circa 13,6 miliardi, torna prepotentemente nell’agenda politica del Paese. A riportacelo è stata ieri il neo commissario straordinario, Silvia Scozzese, ascoltata in commissione bilancio alla Camera dei deputati”. Quando il titolare di List scrive e dice che a Roma serve la Trojka, non lo fa per capriccio, per amore della Bundesbank, ammirazione per la durezza d Schauble, sconfinata passione per l’Oro del Reno, per Wagner e per la perfezione della filosofia tedesca, ma per una discreta conoscenza del fatto contabile dell’Urbe, roba da Suburra. Coraggio, candidati, chiamate subito Berlino e Bruxelles. Money? MF è in fase torneo medievale: “Banche sotto attacco, arriva lo scudo”. Il Sole 24Ore fa il punto in sala trading: “Mercati, rifugio nei bond: seduta nera per le banche”. Nota sul taccuino: ricorda sempre le regole di Warren Buffett per diventare ricchi. Regola numero uno: non perdere soldi. Regola numero due: non scordare la regola numero uno. Buona giornata.

 

Felix Libia. Italiani, occhio al generale Haftar. Via Agi, un quadretto possibile sull’impossibile della Libia: “Se il governo di unità nazionale del premier Fayez Serraj ha ottenuto ieri sera il via libera dell'esecutivo islamista di Tripoli che si è sciolto, ci vorrà ancora del tempo per ottenere il placet del governo e del parlamento di Torbuk, una volta internazionalmente riconosciuto. E' quanto emerge dalle parole del generale, Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, che ha annunciato l'intenzione di sostenere "qualsiasi governo dovesse ottenere la fiducia del parlamento" di Tobruk. Intervistato dal giornale egiziano "al Ahram", il capo dell'esercito di Tobruk ha negato qualsiasi volontà di dare vita ad un consiglio militare per la guida del paese ed ha aggiunto: "Noi non accetteremo la divisione della Libia né la vendita della nostra onorabilità". Il generale ha poi aggiunto che "la battaglia contro il terrorismo è decisiva e Bengasi è ormai liberata", confermando infine l'esistenza di una cooperazione a livello militare e di intelligence con l'Egitto”. Tutto in ordine, in Libia.

 

Panama Papers chi? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla fuga di notizie (e documenti). Via Financial Times.

 

Tra Bermuda e Panama. Oggi alla commissione finanze della Camera si discute l’accordo di collaborazione tra Bermuda e l’Italia in materia fiscale. Chi ha il conto o la società da quelle parti è avvisato. I Panama Papers sono un bel caso di infowar, perché Obama ha chiesto alla comunità internazionale di adoperarsi per chiudere l’era dei paradisi fiscali, ma dovrebbe cominciare da casa sua. Un breve elenco di stati dove il denaro entra e sparisce: Nevada, United States Virgin Islands, Wyoming e Delaware. Cominciamo da qui, presidente Obama? O gli Stati Uniti vogliono restare il solo paradiso fiscale del mondo?

 

L’Islanda e i Panama Papers? Pasticcio assicurato. Il premier islandese si è dimesso. Quando maneggiano soldi, questi isolani di ghiaccio dimostrano di non avere grande senso degli affari e soprattutto della realtà. In Boomerang, il libro di Michael Lewis sulla bolla finanziaria del 2008, all’Islanda sono dedicate molte pagine e un paio di passaggi esilaranti. A un certo punto, Lewis va a trovare in Texas Kyle Bass, il fondatore di un hedge fund, che aveva visto la crisi del 2008 prima degli altri. Lewis chiede a Bass, come hai fatto? Il trader risponde, “hai mai giocato a Risiko? Io nascondevo le armi in Islanda”. E rivela di aver captato il disastro dopo aver visto “un popolo di pescatori giocare a fare i banchieri di Wall Street”. Boomerang.

 

Non volete Trump? Bene, The Donald ha perso le primarie in Wisconsin e Cruz le ha vinte. Per la prima volta dal 1952 i repubblicani terranno una convention aperta. La nomination del Grand Old Party è tutta in gioco e Trump dovrà convincere i delegati. Il mio ecoscandaglio già capta i sospiri di sollievo dei sinceri democratici preoccupati per l’ascesa di Trump. Ottimo, non volete Trump? Tenetevi Cruz, il moderato, l’illuminato. Dal piombo. E dal bacon. Fumante. Lui, lo rosola sulla canna del fucile. VIDEO

 

 

Non volete Hillary? Bene, lo zio Bernie ha vinto contro Hillary nel Wisconsin e anche se non riuscirà mai a raggiungere la Clinton che già ha il controllo di tutti i super delegati, farà sudare sette camicie alla moglie di Bill. Dato politico: il qualunquismo anti-finanza di Sanders continua a mietere vittime tra i clintoniani.

 

6 aprile. Nel 1992 muore Isaac Asimov, un gigante della fantascienza, un visionario così attaccato alla realtà da averla pre-vista: Io, Robot.

 

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