Confutazione di alcune dottrine aristoteliche

Maurizio Schoepflin

Pseudo-Giustino
Città Nuova, 143 pp., 21 euro

Gli apologisti furono quegli intellettuali che, agli albori del cristianesimo, si dedicarono alla difesa della nuova fede che veniva fatta oggetto di calunnie, condanne e discriminazioni, impegnandosi a dimostrare che essa era assai migliore del paganesimo, sia dal punto di vista culturale che da quello morale. Il più importante fra gli apologisti greci del II secolo fu san Giustino, scrittore assai fecondo, del quale, tuttavia, ci sono pervenute soltanto tre opere. Sotto il suo nome, però, sono giunti fino a noi numerosi scritti a lui erroneamente attribuiti: tra essi spicca per importanza quello il cui titolo greco suona Anatropē dogmatōn tinōn aristotelikōn, ovvero Confutazione di alcune dottrine aristoteliche, di cui viene ora pubblicata la prima traduzione in lingua italiana a cura di Maria Grazia Crepaldi, docente di Storia della filosofia tardo-antica presso l’Università di Padova. Il testo, il cui autore è da identificare con un cristiano còlto di area siriaca, viene fatto risalire all’inizio del V secolo. La Confutazione inizia con un prologo, nel quale si dichiara l’intento di voler criticare e respingere alcune dottrine greche relative a Dio e alla creazione sulla base della certezza che soltanto la rivelazione cristiana ha consegnato agli uomini la verità, mentre i pensatori ellenici hanno spesso elaborato tesi infondate e contraddittorie. Come esempio di tale fallacia degli antichi, il nostro autore individua sessantacinque brani tratti da due celebri opere di Aristotele – la Fisica e il trattato Sul cielo – e si sofferma a mostrarne l’inconsistenza, facendo riferimento anche ad altre idee sostenute dallo Stagirita. Lo Pseudo-Giustino dimostra di possedere una conoscenza diretta dei testi confutati, sebbene, in varie occasioni, sembri fraintenderli. Merita una particolare menzione il fatto che egli, per opporsi ad Aristotele, non fa ricorso alla filosofia platonica, che i primi intellettuali cristiani avevano molto apprezzato e valorizzato, ma lo contesta per così dire dall’interno, evidenziandone quelli che ai suoi occhi risultano essere i punti deboli e insostenibili delle sue argomentazioni. Di Aristotele, lo Pseudo-Giustino confuta la dottrine dell’eternità del mondo, della divinità del cielo e degli astri, della limitazione attribuita all’agire di Dio nelle vicende dell’universo. Come afferma la curatrice, la Confutazione dello Pseudo-Giustino si fa apprezzare in particolare per tre ragioni: perché è un’ottima testimonianza di apologetica religiosa, perché è uno strumento utile a scopi ideologico-politici e, infine, perché è uno scritto assai rilevante sul piano propriamente filosofico.

 


CONFUTAZIONE DI ALCUNE DOTTRINE ARISTOTELICHE
Pseudo-Giustino
Città Nuova, 143 pp., 21 euro

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