Mercanti di bellezza

Flaminia Marinaro

Costantino D’Orazio, Rai Eri, 320 pp., 18,90 euro

C’è un fil rouge che sembra legare trenta protagonisti da Ottaviano Augusto fino ad arrivare alla “colta e irriverente gallerista” milanese Claudia Gian Ferrari. In mezzo una carrellata di personaggi scelti da Costantino D’Orazio per aver impresso il loro battito del cuore in opere che hanno cambiato il volto dell’Italia e che sono sopravvissute ai loro artefici o promotori, diventandone in qualche modo l’emblema.

L’autore – da fine conoscitore e storico dell’arte qual è – fa un’analisi comparata di queste personalità in apparenza antitetiche, disseminate sulla linea del tempo per oltre duemila anni, raccontando in maniera agile e veloce un percorso fatto di grandi visioni, capolavori, curiosità e spiccato senso estetico. Probabilmente non avremmo potuto ammirare i marmi policromi ordinati in oriente da Isabelle Sursock se Ottaviano Augusto non avesse fatto costruire il monumentale muro di pietra ignifuga per isolare la suburra. E non avremmo il capolavoro della fontana dei Quattro fiumi a piazza Navona se il genio plateale di Gian Lorenzo Bernini non avesse “sedotto” Donna Olimpia Pamphilj, talmente scaltra, ruvida e ambiziosa da meritarsi il soprannome di “Pimpaccia” nato dalla penna graffiante di Pasquino. Il duce di Costantino D’Orazio è il grande condottiero sempre presente nei cantieri con il piccone in mano intento a segnare l’inizio delle demolizioni o l’avvio delle costruzioni per restituire a Roma il privilegio dello splendore del primo impero di Augusto, ma non prima di aver scelto una squadra eccezionale di architetti e archeologi che sapessero interpretare “nel modo più raffinato e lungimirante le sue ambizioni”. Non poteva certo mancare la first lady del mondo, Isabella d’Este famelica nella sua passione per il collezionismo. Qual è il confine tra passione allo stato puro, propaganda di se stessi o semplicemente amore per il bello? Forse non importa, ciò che conta è ciò che resta, anche se vecchio di duemila anni. Un ultimo ritratto è per Adriano Olivetti, uno dei veri “mercanti di bellezza”. “Se la fabbrica non funziona la trasformeremo in un hotel di lusso”, così ragionava una delle personalità più geniali, ottimiste e utopicamente concrete del nostro secolo. Nei ringraziamenti, l’autore ricorda la Rai per avergli dato la possibilità di portare nel mondo questi stralci di cultura italiana attraverso una rubrica che D’Orazio conduce con successo da qualche anno, “una finestra sul nostro patrimonio culturale”.

   


MERCANTI DI BELLEZZA

Costantino D’Orazio
Rai Eri, 320 pp., 18,90 euro

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