La filosofia spiegata con le serie tv

Vincenzo Pinto

Tommaso Ariemma
Mondadori, 140 pagine, 15 euro

Da quando ci hanno detto che la storia è finita, ci siamo resi conto che non ci sono più le storie di una volta. E difatti siamo ricaduti nel caos degli attentati terroristici, delle panzane mediatiche e del disperato tentativo di rimettere la testa al suo posto. Eppure in mezzo a questo bailamme di visioni più o meno sconcertanti (se non subliminali) della realtà che ci circonda, appaio- no qua e là alcune epifanie di saggezza, alcuni istanti in cui il flusso vorticoso che ci avvinghia riesce a trovare un baricentro. Questo centro, che forse non è così virtuoso o mediocre, è fatto dalle nostre placide serate, spaparanzati sul divano di casa, quando, al tramonto del dì, attendiamo supinamente di abbandonarci al sogno ristoratore. Il ciclo si ripete serata dopo serata, quando, ecco, ci troviamo a zippare su qualche serie tv. Un fenomeno per certi versi rivoluziona- rio e perturbante, se pensiamo a quelli che erano i vecchi sceneggiati educativi, le telenovela oppure le soap opera. Ci troviamo di fronte al vero fenomeno televisivo di massa del Nuovo millennio. Il sonno della ragione non genera affatto mostri, come ci insegna la nota acquaforte di Goya. Il sole è ormai tramontato. Ci avviamo dalla luce all’oscurità, nel terreno dello yin cinese. Ed è qui, sorprendentemente e involontariamente, che la nostra zattera in preda alle onde del- l’oceano tempestoso incontra il pensiero. Anzi, i pensieri. Non certo quelli del “cinese di Königsberg”, ma quelli di persone normali, di esseri umani “trumanizzati” che devono in qualche modo cercare e trovare un senso alle cose. Un centro, per l’appunto, che lo spettatore quasi sperso alle porte del sonno ristoratore cerca di individuare in una spirale di eventi banali e straordinari, casuali e irriducibili, imprevedibili come solo la vita vera può essere. Eccoci quindi approdati nell’oceano delle serie tv americane. Tommaso Ariemma è un filosofo e un esteta. Dopo varie esperienze di ricerca universitarie, è approdato alle scuole superiori. Qui sta portando avanti un coraggioso e ambizioso tentativo di popolarizzare la filosofia senza volgarizzarla. Nessuna contorsione alfanumerica o metafisica: si tratta di avvicinare una disciplina ritenuta “inutile” alla vita dei giovani (e poi adulti) del Terzo millennio. La sua idea è stata quella di spie- gare i grandi filosofi attraverso le serie tv (prevalentemente americane). Il risultato è stato un bel saggio appena edito da Mondadori, dove Ariemma passa in rassegna alcune serie tv individuandovi un canovaccio filosofico. In altre parole, è possibile comprendere l’alta filosofia con i dialoghi, le immagini e i colpi di scena che succedono nella realtà televisiva. Niente di straordinario, a prima vista. Un altro tentativo di adeguare la mente alla realtà virtuale. Ma non è così. La televisione è figlia della sua epoca e sappiamo bene, giusto per fare un esempio, che la stagione del poliziesco “hard boiled” risentì pesantemente della temperie esistenzialistica degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Qui, però, non ci troviamo di fronte alla ricostruzione di un genere cinematografico fatto di tipi, di cliché e di standard interpretativi. La serie tv americana sembra aver superato (e con successo) le colonne d’Ercole della serialità per offrirci (nei suoi prodotti migliori) autentiche figure in carne e ossa. Uomini che vivono filosoficamente (oltre che spesso pericolosamente) insieme allo spettatore. Ed eccoci alla crisi spinoziana del giovane Pontefice di Sorrentino, al tema del dovere kantiano sull’isola di “Lost”, all’atomismo hobbesiano di “Westworld” e di “Game of Thrones”. Ed eccoci al principio di indeterminazione: lo spettatore interviene direttamente sulla scena scombussola per così di- re la visione delle cose, dando un senso che ora “c’è”. Questa è pop-sofia, cioè il vero amore del sapere che non parte dalla cosa estesa, ma che cerca faticosamente di individuare un centro di gravità. Al tramonto del giorno, se possibile. 

 

LA FILOSOFIA SPIEGATA CON LE SERIE TV
Tommaso Ariemma
Mondadori, 140 pagine, 15 euro

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