Io sono l'impostore

Nicola Baroni

di Alessandro Proto e Andrea Sceresini, Il Saggiatore, 194 pp., 16 euro

Quando inizi ad avere successo la gente smette di guardarti negli occhi”. Spregiudicato, immorale, impostore: è Alessandro Proto. Se Alan Friedman vi chiedesse di aiutarlo a vendere la sua tenuta in Toscana e voi foste solo un imbroglione che ha finto di essere l’immobiliarista dei vip, probabilmente lascereste perdere. Alessandro Proto prima spilla più di 43.000 euro di anticipo al giornalista americano, poi propone di dichiarare alla stampa che il principe William e Kate avrebbero passato la luna di miele nella casa in Toscana, per aumentarne il valore. Notizia pubblicata sullo stesso Corriere della Sera, al quale Friedman, interpellato in merito, risponde col rituale ‘no comment’. La storia delle vittime-complici di Proto è costellata di “no comment”.

 

Un’impresa immobiliare in Svizzera e una sfilza di comunicati stampa su mirabolanti richieste dei vip di Hollywood di comprare casa in Italia: tutti finti. Inizia così l’impresa di Alessandro Proto, che nel giro di qualche anno, complice l’acritica fame di notizie esclusive dei giornali, da venditore di enciclopedie porta a porta diventa immobiliarista delle star. Una volta che lo credono i giornali, è fatta. Un cronista lo chiama per chiedere se sa qualcosa di Brad Pitt avvistato a Verona, Proto improvvisa: l’attore vuole comprare casa in piazza Bra. Nessuno smentisce? Cosa può interessare a Brad Pitt di cosa dica qualche giornale italiano o Tosi (sì, intervenne anche il sindaco di Verona)? E come Proto ben sa, una smentita non è altro che una notizia data due volte. Quando si inventa che Scorsese vuole fare un film ispirato alla sua storia, non pago dell’enormità della bufala aggiunge anche che come protagonista era stato inizialmente scelto Cristiano Ronaldo, poi escluso per sua volontà. Alla smentita del calciatore risponde a breve giro di posta: “Deve imparare a starsene al suo posto. E’ stato scartato? Dovrà farsene una ragione”. Se l’unico modo per tenere testa a un personaggio famoso è esserlo, Alessandro Proto ha cominciato col fingere di esserlo. Da lì a diventarlo veramente è stato un attimo.
Ma a un certo punto il ruolo di semplice immobiliarista non gli basta più, e ancora fingere di essere qualcosa di più è sempre un primo passo per diventarlo: bastano l’articolo di un cronista distratto o frettoloso, il bisogno di soldi di una squadra di calcio o di un giornale in crisi, la fascinazione per la fama di un imprenditore di provincia disposto a pagarlo per entrare nel suo entourage. Proto diventa il finanziere intenzionato ad acquistare quote importanti di Fiat, Unicredit e infinite altre società ed editore impegnato a risollevare le sorti dei giornali in crisi. Poi fa l’unico passo falso: dichiarare di volersi candidare alle primarie del Pdl, attirandosi le attenzioni della magistratura, che all’inizio neppure capisce la portata dei reati di Proto. E’ lui stesso a confessarli, per uscire prima di galera. La strategia funziona. Meno di due mesi di carcere, qualche anno ai domiciliari. Ma a Proto bastano un computer e la connessione internet per ricominciare, questa volta dai giornali stranieri: è il New York Post ad annunciare che Proto in società con Trump è in procinto di acquistare il San Lorenzo de Almagro, la società del cuore di Papa Francesco. Ancora tutto falso. Proto non riesce a smettere di prendere per il culo i giornali di mezzo mondo e gli imprenditori disperati o creduloni. Altre quattro settimane di carcere. E secondo voi oggi i giornali italiani e stranieri hanno capito che tutto ciò che diffonde Alessandro Proto è falso? Provate a cercare Proto Group o il suo nome su Google…

  

IO SONO L'IMPOSTORE
Alessandro Proto e Andrea Sceresini
Il Saggiatore, 194 pp., 16 euro

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