Vicini alla terra

Nicoletta Tiliacos

di Silvia Ballestra, Giunti, 140 pp., 12 euro

Per raccontare il terremoto del 2016 nel centro Italia, la scrittrice Silvia Ballestra, originaria del Piceno, ha scelto di parlare del rapporto speciale che in quei luoghi lega terra, uomini e animali. Nella zona tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, dove confini mobili e intersecati hanno favorito lo scambio di tradizioni, si vive con gli animali, i più “vicini alla terra”, un legame intessuto di senso di prossimità e di condivisione, all’ombra della bellezza e della durezza della montagna. Ricorda l’autrice che “non lontano da questi luoghi, San Francesco d’Assisi – patrono d’Italia e degli animali – scrisse il Cantico delle creature”, mentre gli fiorivano attorno storie come quelle che lo vedevano parlare al lupo di Gubbio o barattare il mantello con due agnellini, per salvarli dal macello. Dopo il terremoto, passata la tremenda conta dei morti e dei danni a un patrimonio storico, culturale e ambientale senza pari, in tanti borghi bellissimi, abbandonati o distrutti, in tante minuscole frazioni di montagna e in tante case di pietra tramandate da generazioni, a “presidiare il territorio”, alla fine, sarebbero rimasti loro: cani, gatti, capre, asini, papere, galline, senza contare le mandrie di bovini e le greggi, ricchezza dei Sibillini. Con queste “storie di animali e di uomini che non li dimenticano quando tutto trema”, Silvia Ballestra ci porta in viaggio attraverso un territorio che prima del terremoto già viveva le difficoltà dello spopolamento. Con lei, al seguito dei volontari che non smettono di portare “cibo, aiuto, cure” alle bestie rimaste sole, ci imbattiamo in cani di paese come Kid, il randagio di Pescara del Tronto, che dal piccolo borgo distrutto non vuole allontanarsi, scrupoloso genius loci. O nei gatti di Castelluccio, il paese che domina l’immensa piana delle lenticchie ai piedi del Vettore, la stessa che Fosco Maraini paragonava al Tibet. Gatti, racconta Silvia Ballestra, che escono da grovigli di “mattoni, travi, sassi” per andare incontro ai volontari dell’Ente per la protezione degli animali, che prima dell’inverno li porterà a valle insieme con due oche, alle quali i proprietari hanno promesso di garantire una morte per vecchiaia. Storie delicate e storie struggenti. Il gatto che per ore aspetta vicino alla casa crollata sotto la quale si cerca il suo padrone e che, quando l’uomo è estratto senza vita, se ne va e sparisce. Il volpino che tutti sperano di trovare vivo perché il proprietario ventunenne, Claudio, è l’unico sopravvissuto della sua famiglia e vorrebbe riavere almeno il cagnolino (non sarà così). Cento storie raccontano quello che si salva davvero, dopo la fine del mondo: la consapevolezza di un destino comune e la speranza, perché, conclude Silvia Ballestra, “se c’è qualcuno che si occupa anche degli ultimi, mi dico, c’è speranza per tutti, per tutto”.

 

VICINI ALLA TERRA
Silvia Ballestra
Giunti, 140 pp., 12 euro

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