Come ci si veste

Giuseppe Fantasia
Adolf Loos
Skira, 93 pp., 14 euro

    Essere vestito bene: chi non lo desidera? Ma cosa significa esattamente? Cosa vuol dire essere alla moda e chi è che la fa? L’architetto Adolf Loos, maestro indiscusso del razionalismo europeo, ci fornisce le sue risposte in questo piccolo ma interessante libro pubblicato per la prima volta in italiano nella traduzione di Ludovica Vigevano. Pagine ricche di aneddoti e risposte in tema di abbigliamento e moda, scritte tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento per alcuni giornali tedeschi. “Essere vestiti bene significa essere vestiti in modo corretto, ma non bisogna poi dimenticare che nella buona società, tutto quello che attira l’attenzione è contrario al buon gusto”. La prima regola, dunque, è che ci si veste alla moda “facendosi notare il meno possibile in seno alla civiltà” e un abito sarà alla moda quando, indossandolo in seno alla civiltà, in una determinata circostanza, “ci farà notare il meno possibile tra la migliore società”. La ricchezza di un giovane è commisurata alla presenza di sale in zucca, ma anche da un buon abito nell’armadio. Su questo, l’autore non ha alcun dubbio. “Quell’uomo sa quel che dice, conosce il mondo: del resto, a che serve avere doti, se poi non si ha un bell’abito per valorizzarle?”. Sono banditi, pertanto, gli eccentrici, quegli individui che si vestono al solo scopo di farsi notare in seno al loro ambiente, ma il problema, precisa, “è che nessun eccentrico ammette di esserlo”. Nulla sfugge all’osservazione di Loos e alla sua sagace ironia nei diversi capitoli, piacevoli e spesso corredati da battute molto divertenti, e sono tanti i commenti ai look e alle abitudini degli uomini e delle donne di quegli anni. Se la moda dei cappelli è destinata solo ai gentiluomini (almeno, così la pensava, probabilmente sottovalutando la grande passione che le donne inglesi avevano e hanno oggi per i copricapi in tutte le loro forme e colori), alle donne consiglia pellicce (per la gioia degli animalisti odierni) e speciali sottovesti in tela. Ovviamente stiamo parlando degli inizi del Novecento e tante cose sarebbero dovute cambiare ma, per alcune sue considerazioni, è stato un anticipatore, come la sua guerra dichiarata alle cravatte preannodate o quella all’uomo in salopette, “che diventerà sì la tenuta dell’operaio europeo”, ma “che sta malissimo a chiunque”. La moda è lo stile del tempo presente”, ribadisce, e bisogna prediligere la semplicità, l’essenzialità e la mancanza di fronzoli in modo da evidenziare la pura bellezza dei materiali, senza mai dimenticare che “tutti gli oggetti devono durare tanto a lungo quanto durano fisicamente”.

     

    COME CI SI VESTE
    Adolf Loos
    Skira, 93 pp., 14 euro