I rompiballe con la carta di credito odiati da Salvini e salvati dalla Corte dei conti

Le lettere al direttore del 3 dicembre 2022

Al direttore - Manovra di Bilancio, bollinato il testo del governo Meloni: felici e contanti.
Michele Magno

Leggo un formidabile Matteo Salvini di ieri. Dice: “Io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat”. Dunque, Salvini dice: “Sono un liberale, difendo la libertà di pagare in contanti, non difendo la libertà di non pagare in contanti e considero chi paga un caffè non in contanti solo un rompiballe”. Su questo tema, innanzitutto suggeriamo al liberale Salvini di dare uno sguardo a cosa ha detto ieri la Corte dei conti sul Pos (“Va segnalato come l’innalzamento del tetto dei pagamenti e, in particolare, la non sanzionabilità dei rifiuti ad accettare pagamenti elettronici di un determinato importo possano risultare non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr e, segnatamente, con la riforma 1.12 del Pnrr”). E poi, rispetto al suo essere liberale, suggeriamo un aggiornamento rispetto al pensiero di Voltaire: “Non sono d’accordo sul modo in cui paghi, ma darei la vita perché tu possa pagare come diavolo credi”. Direbbe Alberto Sordi: “Ah libera’, facce Tarzan”.

Al direttore - In ogni epoca la Chiesa è soggetta a quella che si potrebbe definire la “tentazione di Aronne”, ossia mettersi dalla parte del popolo dando al popolo ciò che il popolo vuole; proprio per questo è necessario che in ogni epoca ci sia un Mosè che, all’opposto, scelga di stare dalla parte di Dio, guidando il popolo non dove il popolo vuole andare né tanto meno dove vuole lui, ma dove Dio vuole. Il che significa porsi nella prospettiva di quantomeno provare a elevare le persone alla statura del Vangelo anziché abbassare l’asticella del Vangelo alla statura della (poca) fede delle persone, come invece accade oggi. Fin dalla sua promulgazione, l’enciclica “Humanae vitae” è stata oggetto di attacchi mossi da quegli ambienti ecclesiali che, discettando delle magnifiche sorti e progressive di una Chiesa finalmente moderna, in scia alla sempre fraintesa “apertura” della Chiesa operata dal Vaticano II, spingono per una revisione della dottrina cattolica sulla contraccezione. Va ribadito che mettere mano all’“Humanae vitae” servirebbe solo a creare ulteriore confusione in un momento storico dove le acque in cui naviga la barca di Pietro sono già fin troppo agitate. Né vale l’obiezione che siccome ormai da tempo la maggior parte dei cattolici non segue più i precetti di santa romana Chiesa in materia sessuale, l’impatto sarebbe minimo quando non bene accetto. Vorrebbe dire né più né meno sottomettere il Vangelo al minore o maggiore grado di accettazione da parte del popolo. Torna la questione da cui siamo partiti: chi vuole essere la Chiesa oggi, Aronne o Mosè? 
Luca Del Pozzo

   
Al direttore - Ha fatto bene Giuliano Ferrara a ricordare le grandi riforme dei trascorsi settant’anni,  dal piano casa alla riforma agraria e fondiaria e, poi, a seguire, per evidenziare quel che significherebbe una sia pur parziale inottemperanza degli impegni assunti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza nei confronti dell’Unione e, prima ancora, degli italiani. Una riforma di portata certamente inferiore a quella agraria. In ogni caso, se il problema è ora quello dell’oggettiva variazione dei costi o della non facile individuazione delle imprese appaltatrici, ciò non può non trovare udienza a Bruxelles. Altra cosa sarebbe il rinvio delle scadenze degli impegni che è rigidamente precluso e che comunque suonerebbe come una manifestazione di incapacità progettuale e realizzativa. Se si attribuiscono responsabilità al precedente governo, ciò ha bisogno di un chiarimento urgente: non potrà iniziare, come in casi del genere, un ping-pong di rilievi. Soprattutto, si adotti un modulo decisionale-organizzativo straordinario, con i necessari poteri anche d’urgenza, composto, innanzitutto, da persone dell’amministrazione competenti, esperte, affidabili e con controlli “ex post”. Non bisogna risalire alla Tennessee Valley Authority per avere un riferimento. Con i più cordiali saluti.
Angelo De Mattia