Foto di Claudio Furlan, via LaPresse 

Lettere

La propaganda a buon mercato di Conte. L'esempio di Elisabetta

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa. Le lettere del 21 settembre 2022 

Al direttore - “Se una grande parte degli elettori figura sul libro paga dello stato, la democrazia rappresentativa non può seguitare a vivere. Se i membri del Parlamento non si considerano più mandatari dei contribuenti ma rappresentanti di coloro che ricevono salari, stipendi, sussidi e altri benefici presi dalle risorse pubbliche, la democrazia è spacciata”. (Ludwig von Mises, “Burocrazia”, 1944).
Michele Magno


 

Al direttore - Il Reddito di cittadinanza sembra alimentare la ripresa del M5s nel sud. L’“Avvocato del popolo” si aggira in maniche di camicia  per le città ergendosi a strenuo sostenitore del Reddito. Lo fa con tono e lessico ben noti a noi meridionali, più o meno gli stessi di chi fa leva sul disagio sociale diffuso al sud per presentarsi come il difensore degli ultimi. Niente di nuovo sotto il sole del Mezzogiorno. Napoli in particolare ne ha conosciute tante nella sua tormentata storia  di simili figure, l’ultima delle quali ha lasciato il municipio sommerso dai debiti e una città stremata. Evitiamo qualsiasi equivoco. Il Reddito di cittadinanza è una misura per molti versi simile a quelle già presenti in paesi europei e si rivolge alla popolazione esposta ai fenomeni di povertà. Nelle regioni meridionali risiede il 69 per cento dei nuclei familiari percettori del Reddito. Una tale incidenza meridionale dei beneficiari si spiega con un mercato del lavoro caratterizzato da alta disoccupazione e bassa istruzione, da forme estreme di sotto retribuzione, da una maggiore concentrazione nel sud di contesti locali caratterizzati da scarsità di risorse economiche. Qui si pone la questione di fondo. Se si vuole evitare che si ingrossino nelle regioni meridionali le file dei richiedenti il Reddito di cittadinanza la strada è la crescita economica. Questo aspetto è del tutto ignorato da chi, agitando il tema del Reddito, punta a farsi un po’ di propaganda a buon mercato. Se non si affronta il nodo dello sviluppo, il Reddito di cittadinanza diventa una preoccupazione caritatevole e assistenziale la cui logica è “sopravvivenza per l’immediato e povertà per il futuro”. I grillini, ridotti a poca cosa al nord sembrano assumere i tratti di una forza interessata a protrarre il più possibile l’attuale stato economico e sociale nel sud per fare del Reddito di cittadinanza  uno strumento di acquisizione e mantenimento del consenso! Non mi pare un fatto positivo per le prospettive politiche della sinistra e del progressismo italiano.
Umberto Ranieri


 

Al direttore - A proposito di “voti che si contano o che si pesano”, come da suo editoriale di ieri, le sottopongo un dato che mi ha colpito, che forse può essere oggetto di analisi in vista delle elezioni politiche di domenica. Ho visto, dai dati degli ascolti, che l’ultimo saluto alla regina Elisabetta II ha avuto numeri impressionanti in televisione. La maratona del Tg1, leggo dalle agenzie, ha raggiunto picchi del 42 per cento di share all’inizio della cerimonia a Westminster. Caro direttore: come si spiega questo interesse?
Sebino Caldarola

 

Cito un bellissimo articolo scritto due giorni fa da Andrew Sullivan sul National Post. “Parte del dolore difficile da spiegare che provo oggi è legato a quanto incredibilmente raro sia oggi quel livello di autocontrollo. Il narcisismo, ormai, è ovunque. Ogni sentimento che abbiamo è destinato a essere espresso. Autorivelazione, trasparenza, autenticità: questi sono i nostri valori. L’idea che siamo in primo luogo esseri umani con doveri verso gli altri. Elisabetta ha tenuto quest’idea in vita semplicemente con l’esempio. Con la sua morte, è difficile non temere che tutto ciò che ha impersonificato – moderazione, dovere, grazia, reticenza, perseveranza – stia scomparendo dal mondo. Finché lei era lì, erano al centro di un’idea di Britishness che ha contribuito a definire la cultura al meglio. Forse la donna più famosa del mondo è rimasta una sfinge, difficile da decifrare, impossibile da etichettare. Non era particolarmente bella, affascinante o stimolante. Non ha detto niente di sorprendente. Era semplicemente la regina. Si è presentata. Lei è andata avanti. Lei era qui. Lei era sempre lì”.

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