(foto EPA)

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Più Europa uguale più libertà, la Francia ha capito. Champagne!

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Perfetto tweet di Donald Tusk sulla Francia. “More Europe, less Russia: Vive la France”.
Luca Marini 

Perfetto. Anche perché l’equazione è semplice. Meno nazionalismi uguale più protezione. Meno populismo uguale più integrazione. Più Europa uguale più libertà. E il sovranismo quando si mimetizza resta sempre lo stesso. I francesi con Macron lo hanno capito. Gli utili idioti del putinismo chissà quando lo capiranno. Champagne. 



Al direttore - Se qualcuno, domenica sera, si fosse limitato a fare zapping sui talk-show senza conoscere i risultati delle elezioni presidenziali in Francia, avrebbe avuto l’impressione, ascoltando i commenti, di una grande vittoria di Marine Le Pen.
Giuliano Cazzola 

C’è una simmetria perfetta tra coloro che in questi ultimi anni hanno scommesso fortissimamente sul populismo, facendo del vocabolario anticasta il proprio unico tratto identitario, e tra chi domenica sera, osservando con smarrimento i risultati di Macron, ha dovuto fare i conti con la stessa triste realtà di chi si accorge improvvisamente di essere rimasto in mutande di fronte ai propri follower.



Al direttore - Contismo, malattia incurabile del camaleontismo.
Massimo Teodori 

L’estremismo, malattia infantile del putinismo.



Al direttore - Putin ha perso le elezioni francesi. Ora sanzioni a Scholz, direi.
Paolo Corradini



Al direttore - Un irresistibile impulso all’autoflagellazione si è impadronito di una parte non insignificante del ceto intellettuale dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Soprattutto in Italia. Da destra a sinistra. Non si discute abbastanza dei crimini di Putin e di come fermarlo (banale, scontato!), mentre si va ossessivamente alla ricerca delle colpe dell’occidente. Sembra che tutto il disordine del mondo sia colpa nostra. Putin è un criminale? Eh sì, ma anche gli americani ne hanno combinate. Lo scannatoio mediorientale? L’Iraq? Non sono anche il prodotto di popoli che si scannano da secoli, sono colpa degli Usa. L’espansionismo economico cinese? Colpa della decisione clintoniana di aprire a Pechino le porte del Wto. La Russia di Putin? Abbiamo sbagliato a cercare di portare il mercato in un paese che non lo vuole, colpa degli economisti di Harvard. Angela Merkel? Giù dal piedistallo, anche se è quella che ha cercato una terza via nel rapporto con Mosca provando ingenuamente ad addomesticare il mostro. L’antiamericanismo, sempre latente in Europa, dilaga. Il declinismo impera. In Italia ci si accapiglia su Alessandro Orsini, mentre tira aria di epurazione dalla task force economica del governo per Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro (troppo liberisti, troppo “settentrionali”). Questa specie di furia fustigandi è pervasiva e sui social assume toni quasi violenti. Sarebbe bello ogni tanto ascoltare un pizzico di autocelebrazione. Sarebbe bello avere un po’ più di rispetto per noi stessi e per la nostra storia.
Marco Cecchini


Al direttore - Sono convinto che Luca Turco e Luca Tescaroli, pm di Firenze che hanno ripreso a indagare sulle collusioni Berlusconi/mafia (per stragi mafiose degli anni 1992-1993), faranno carriera; un po’ come Davigo, Ghitti, Di Pietro (nonostante i molti assolti e i non pochi indagati suicidi). D’altronde così va la magistratura (prendendo esempio dalla quale alcuni miei clienti vorrebbero venisse abolito il reato di bancarotta, altrimenti scioperano). Saluti.
Alberto Savoini

E un augurio di cuore a Milano, che con un magistrato antimafia alla guida della sua procura dovrà essere molto fortunata a non cadere nella più classica delle tentazioni: dimostrare che Milano è la nuova Corleone d’Italia.
 

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