Alexander Zemlianichenko Foto LaPresse 

Lettere

Perché non regge la scusa putiniana della Nato ai confini russi

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - In tv e sui social il numero degli esperti di geopolitica ha ormai largamente superato il numero degli esperti di coronavirus. “La scienza è credere nell’ignoranza degli esperti” (Richard Feynman). E onore al popolo ucraino.
Michele Magno



Al direttore - “Basta guerre Usa-Nato”, recitava così un bizzarro striscione alla manifestazione di Milano per la pace in Ucraina, su uno sfondo di bandiere rosse e arcobaleno. E’ la riedizione della narrazione comunista dei tempi della Guerra fredda: l’Amerika guerrafondaia minaccia la povera Unione sovietica amica della pace mondiale. Mutatis mutandis, ci sono numerosi filorussi anche tra i sovranisti: dopo una vita a cantare “Avanti ragazzi di Buda” oggi applaudono i carri armati russi (incluso quello col vessillo dell’Urss?) mentre invadono uno stato sovrano, che peraltro annovera nel suo esercito anche dei loro “camerati”. A sinistra come a destra, l’argomentazione dei putiniani è la medesima: l’espansione a oriente della Nato, accerchiando i russi, li ha spinti all’inevitabile reazione. Fingono di dimenticare che i paesi dell’est Europa hanno scelto liberamente la loro collocazione internazionale e il loro diritto ad autodeterminarsi non può essere cancellato per ragioni geopolitiche. Alla libera scelta di un popolo, la Russia ha contrapposto una guerra di cui è la sola responsabile.
Daniele Montani

Uno striscione però non fa primavera. E le immagini dei pacifisti in piazza arrivate da tutta Europa in questo fine settimana – pacifisti scesi in piazza per difendere l’occidente, non per accusarlo di ogni malefatta – sono le immagini di un movimento formidabile: quello del patriottismo europeo. 


 

Al direttore - L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin mi ha richiamato alla mente la favola di Fedro del lupo e dell’agnello. Il lupo, dopo aver cercato inutilmente un pretesto valido per mangiarsi l’agnello, se lo mangia tranquillamente solo perché lui è il più forte. Fedro ha scritto questa favola per chi, con falsi pretesti, opprime degli innocenti. Passano i millenni ma Putin ci sta dimostrando che l’uomo non cambia ed è quasi sempre guidato dagli stessi istinti primordiali in lui presenti sin da quando calpesta la terra. I bulli e i prepotenti ci sono sempre stati e sempre ci saranno perché il bullismo e la prepotenza sono insiti nella natura umana anche se, per fortuna, non in tutti gli uomini. Ma quando un prepotente come Putin raggiunge posizioni di potere quasi senza limiti i danni che può provocare sono immensi e ricadono su tutti.

Pietro Volpi


A proposito di pretesti. Quando Putin dice che ha attaccato l’Ucraina perché ha paura di avere la Nato di fronte ai  suoi confini dice due cose preoccupanti. Preoccupanti per chi ci casca, preoccupanti per le loro  possibili implicazioni. Non è vero che la Russia ha attaccato l’Ucraina perché non vuole avere alcun paese della Nato vicino. Attualmente, tra i paesi della Nato che confinano con la Russia ci sono: Estonia (membro della Nato dal 2004), Lettonia (membro della Nato dal 2004), Norvegia (membro della Nato dal 1949), Turchia (membro della Nato dal 1952), Polonia (membro della Nato dal 1999) e Lituania (membro della Nato dal 2004, che come la Polonia confina con  la Russia attraverso l’enclave di Kaliningrad). Falso il pretesto, dunque. Ma se si volessero prendere alla lettera le parole di Putin, niente Nato ai confini della Russia, dovremmo pensare che i prossimi a essere aggrediti saranno i paesi appena elencati. Colpa della Nato, no?

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