La Nuvola ospiterà a Roma il G20 (LaPresse)

Lettere

Questo G20 alla Nuvola, niente di meglio per il suo architetto

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - La Nuvola nacque da un confronto tra due mondi. Un mondo euclideo e un mondo dei frattali, e cerca di mettere insieme la Roma borrominiana con la Roma razionalista dell’Eur. Vederla finalmente funzionare a pieno ritmo, ben amministrata, ne stravolge il ruolo, la valorizza. L’impresa più difficile è stata quella di trasformarla in un centro vaccinale. Ma sapere che 583 mila romani si sono fatti vaccinare al suo interno, in uno spazio che  dava loro serenità, tranquillità, è un enorme piacere.  Vi accompagnai anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E ricordo che lasciava commossi un po’ tutti come ti desse questa sensazione di protezione. Adesso invece accoglie i cosiddetti grandi del mondo per un discorso di pace, ragionando sul clima e sul futuro del nostro pianeta.  E’ quanto di meglio un architetto può aspettarsi da un suo progetto, da un edificio che ha costruito consegnandolo alle persone, a una grande comunità. L’intenzione già vent’anni fa era quella di un edificio fortemente sostenibile. E’ costruito per recuperare l’acqua del laghetto limitrofo, e questo aiuta a ridurre i consumi. Così come quasi tutta la copertura è fatta di pannelli fotovoltaici. Ma la Nuvola non è suddita di un dibattito internazionale, ha anticipato i tempi ed è stata capace di far partire tutto da Roma.  Per la prima volta il Centro congressi ha un direttore artistico. Il calendario degli eventi per il 2021-2022 va dalla musica alla danza alle grandi manifestazioni. Riempie i bisogni e le necessità culturali di una città, andando al di là dell’emergenza. Oltre al fatto che sarà sempre la casa della manifestazione Più Libri Più Liberi, che è per la piccola e media editoria. E’ in programma anche una grande manifestazione di arte contemporanea al pari di Parigi e Londra. Serve a collocare la città all’interno di una realtà internazionale. Il G20, per la risonanza che avrà, una sorta di concistoro con giornalisti da ogni parte del mondo, mi sembra sarà una tappa importante per questo processo di crescita.
Massimiliano Fuksas
 


 

Al direttore - Non credo che per la trattativa Unicredit-Montepaschi possa valere, come qualcuno immagina, la massima oraziana “multa renascentur quae iam cecidere”. L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha chiuso le porte nei confronti di questa operazione. Ma è nello stesso interesse del Tesoro non riprendere un negoziato promosso su basi – l’esclusione anche della sola idea di un altro “forno”, il rigetto fermo della possibilità per il Monte “stand alone” e un termine costrittivo della trattativa – che hanno rafforzato la posizione contrattuale del potenziale aggregante: basi che non potevano che portare o a una conclusione che sarebbe stata una sorta di atto di liberalità dello stato o alla rottura, come in effetti si è verificato. Ora, c’è da riflettere, da parte del Tesoro, su di un’esperienza compiuta “in corpore vili”, da cui emergono gravi errori, e conseguentemente rivedere la strategia contemplando ipotesi di soluzione a 360 gradi, mentre andrà curata e sostenuta questa ancor più delicata fase della difficile vita del Monte. Non credo che sarebbe ammissibile andare con il cappello in mano dal ceo Orcel per pregarlo di riprendere il negoziato. Sarebbe una definitiva sconfitta dello stato, ma si porrebbe anche un problema di dignità. Con i più cordiali saluti. 
Angelo De Mattia

Le trattative che si protraggono per troppo tempo diventano rischiose per chi ha fretta di vendere, perché un compratore che ha più tempo tende a usare quel tempo per ottenere di più. La trattativa fra Unicredit e Mps è iniziata a fine luglio. Sarebbe molto grave scoprire un giorno che il Mef (azionista di controllo di Mps) ha preso tempo (troppo tempo) per evitare di interferire nella campagna elettorale di Siena. Sarebbe molto grave, ma purtroppo il sospetto è legittimo. Speriamo di sbagliarci. E speriamo che Draghi riesca finalmente a chiudere il suo personalissimo cerchio su Mps tenendo la politica il più lontano possibile da una banca purtroppo rovinata dal Pd e dai suoi predecessori.

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