Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Lettere

Riuscirà il Pd ad affrontare il ballottaggio parlando più di Roma e meno del fascismo?

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Un franco e cordiale mojito.
Giuseppe De Filippi

 

Al direttore - Goffredo Bettini, 29 settembre: “Per tutta la campagna elettorale Calenda ha cercato di attaccare briga con me. Non gli ho mai risposto. Per non fargli pubblicità. Oggi ritorna a offendere con un video. Sono i suoi ultimi rantoli. Però invito le mie amiche e i miei amici che mi hanno seguito nelle mie battaglie su Roma e che mi stimano, di non votarlo. Anche perché domenica per lui sarà tutto finito” (dichiarazione rilasciata al Festival delle Città). Goffredo Bettini, 7 ottobre: “Per Calenda c’è stato un successo importante e chiarissimo […]. Calenda sta interloquendo. C’è un clima potenzialmente positivo […]” (Corriere della Sera). Le interviste a raffica del quotidiano di Via Solferino al Nostro, che non ne ha azzeccata una negli ultimi due anni (e che con una certa sfrontatezza non disdegna l’uso del plurale maiestatis), rappresentano uno dei grandi misteri del giornalismo italiano.
Michele Magno

Divertente vedere ora il Pd all’opera per fare di Calenda non una pericolosa costola della destra sfascista ma un fondamentale argine contro quella stessa destra. A proposito: riuscirà il Pd ad affrontare il ballottaggio parlando un po’ meno della minaccia fascista e un po’ più di ciò che c’è da fare nella città?


Al direttore - L’altra sera, a “Otto e mezzo”, Carlo Calenda non è stato intervistato ma sottoposto a un interrogatorio molto pressante allo scopo di fargli confessare – come se fosse un pentito qualsiasi – ciò che interessava agli inquirenti: ovvero che al ballottaggio avrebbe votato per Roberto Gualtieri. Calenda ha persino dovuto insistere affinché le sue motivazioni venissero verbalizzate correttamente. Infatti il leader di Azione, che è persona onesta, non se l’era sentita di associare ai “fanpagiati” di Milano il povero Enrico Michetti che in vita sua non è mai andato oltre il Rubicone e considera Milano un villaggio della Gallia Transpadana.
Giuliano Cazzola

 

Al direttore - Condividendo molto il suo editoriale di oggi, ritengo che il Partito democratico abbia davvero l’opportunità di trasformare i buoni risultati delle amministrative nella leva fondamentale per il suo rilancio nei prossimi mesi e anni come prima forza riformista e progressista in Italia e tra le principali a livello europeo. A patto di analizzare compiutamente e in modo approfondito le condizioni, le politiche e le ragioni alla base delle vittorie di Milano, Bologna e Napoli. Questo per orientare seriamente e utilmente tutte le future scelte politiche. Lo spiega molto bene prendendo in esame la vittoria di Matteo Lepore a Bologna, e individuando nella scelta di fare primarie vere, di allargare il perimetro dell’alleanza di centrosinistra a tutti i soggetti e le persone che lo scelgono e si riconoscono nel campo dei progressisti democratici il fattore fondamentale e decisivo del rilancio del centrosinistra stesso. Il Partito democratico è nato per rappresentare ed essere sintesi delle migliori esperienze e culture riformiste e democratiche del nostro paese, perno di alleanze larghe, inclusive, aperte con forti e concreti legami con la società italiana. Oggi serve rilanciare quella visione, quello spirito, quell’idea. Perché è con questa visione politica, praticando la capacità di tenere democraticamente unite le differenze, valorizzandole, che si vince e si governa il paese nei prossimi mesi e anni e si potrà vincere e governare la sfida fondamentale dell’uscita dalla crisi pandemica e della costruzione di un nuovo paradigma di crescita economica e sociale sostenibile, innovativa, paritaria, inclusiva come prevedono Ngeu, Pnrr e agenda Draghi.
Valeria Fedeli

 

Al direttore - Di tutta questa vicenda Morisi, al netto delle enormi responsabilità dello stesso perché la ruota gira con questi metodi, mi inquieta che si è distrutta la vita di questi due ragazzi. E purtroppo da questa vicenda nessuno imparerà nulla, né i giornali né la politica che vivono di gogna. Domani si passerà alla prossima gogna, e aver distrutto la vita di questi due immigrati, non farà riflettere nessuno. Non frega niente a nessuno. Nulla cambierà.
Anna Paola Concia

Le invereconde interviste agli escort di Morisi e la vergogna della pubblicazione delle chat di Morisi fanno venir voglia di dimenticare per un attimo quello che Morisi e Salvini avrebbero fatto se le chat in questione fossero state di uno spin doctor di un altro partito e di difendere il diritto di Morisi alla sua privacy.

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