Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Lettere

Giornalisti che fanno i postini. Politici che alimentano le bufale

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - “Il magistrato che scambia il suo seggio con un palco da comizio cessa di essere magistrato” (Piero Calamandrei).
Michele Magno

 

Corollario: il giornalista che scambia la sua professione con quella del postino cessa di essere un giornalista e inizia a essere qualcosa di molto simile a una buca delle lettere. Guardare per credere il modo in cui i grandi giornali continuano a raccontare l’incredibile disastro combinato dalla procura di Milano sul caso Eni senza rendersi conto che per risolvere i problemi nella magistratura il problema non è quasi mai la mela ma è quasi sempre l’albero.

 

Al direttore - Secondo gli ultimi dati del Centro studi di Confindustria l’economia italiana è ripartita. La produzione industriale è in crescita stabile, gli imprenditori hanno ripreso a investire, i consumi delle famiglie sono finalmente in recupero e ci sono buone prospettive anche per l’occupazione. I segnali di un ritrovato ottimismo ci sono quindi tutti. Ma la luce in fondo al tunnel non sembra ancora del tutto vicina. L’aumento dei contagi causato dalla variante Delta sta nuovamente spaventando tutti, con il rischio che l’attività economica (nel mese più importante dell’anno), così come si è rimessa in moto, in poco tempo si possa raffreddare, con conseguenze davvero nefaste soprattutto nel comparto turistico (uno dei pilastri economici del nostro paese). Proprio per questo motivo, ora è il momento che tutti gli italiani facciano la loro parte per vincere questa battaglia: il virus si può sconfiggere con una grande campagna di immunizzazione e con la vaccinazione di tutti noi. Forza, oramai siamo vicini al traguardo. In questo modo, anche la nostra economia e soprattutto il “made in Italy” potranno nuovamente risplendere.
Andrea Ghiaroni

 

Un modo utile per andare in questa direzione potrebbe essere quello di smetterla di dire fregnacce sui vaccini. Fregnacce come quelle uscite dalla bocca di un europarlamentare di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato, che parlando a nome di Fratelli d’Italia immaginiamo abbia interpretato bene il pensiero del leader di Fratelli d’Italia. Ha detto ieri Berlato al Foglio: “Sui vaccini è in corso una sperimentazione, con gli uomini usati come cavie al posto dei topolini bianchi, come si fa di solito”. Nel mondo ci sono più di due miliardi di persone vaccinate con almeno una dose. E le persone non vaccinate hanno una probabilità dieci volte maggiore di contagiarsi (e di finire in ospedale e anche in terapia intensiva). Ci sono almeno due miliardi di buone ragioni perché il leader di un partito che si candida a guidare l’Italia faccia del suo meglio per combattere le bufale, piuttosto che contribuire ad alimentarle.

 

Al direttore - Quello che sta accadendo in Tunisia mette in evidenza la cecità politica dell’Italia, dell’Unione europea e degli Usa. La Tunisia è stata l’unica nazione coinvolta nelle cosiddette primavere arabe che è riuscita a ottenere uno sbocco democratico. Diversamente che in Egitto invece in Tunisia lo stesso partito legato alla Fratellanza musulmana, cioè Ennahda, ha seguito la via democratica. Una democrazia politica reale nella quale, almeno nelle grandi città, le donne avevano acquisito autonomia e una sostanziale parità, avrebbe dovuto essere aiutata in tutti i modi in primo luogo dall’Italia, ma da tutto l’occidente. Invece niente di niente e adesso c’è una crisi dagli esiti imprevedibili. L’ottusità della nostra politica estera è a 360° perché questa crisi può avere esiti imprevedibili anche sul terreno dei flussi migratori.
Fabrizio Cicchitto

 

Al direttore - Ho letto l’articolo di Stefano Cingolani pubblicato sul Suo giornale sotto il titolo: “Il guardiano del Drago”. Nell’articolo è scritto tra l’altro quanto segue: “Per lungo tempo i fili del potere economico sono stati tirati dal Mef nato vent’anni fa quando Giulio Tremonti decise di sposare il Tesoro con le Finanze, le spese con le entrate”. Al riguardo mi permetto di ricordare che la integrazione del ministero del Tesoro (e Bilancio) e del ministero delle Finanze nel ministero dell’Economia e delle Finanze non è stata operata per mia iniziativa ma in esecuzione di un obbligo di legge. In specie in esecuzione di una (tra le tante) legge Bassanini. In questa sede e giustamente la ratio era quella di integrare il modello europeo di rappresentanza organica e unitaria di ciascuno stato in sede di Eurogruppo/Ecofin.
 
Molto cordialmente.

Giulio Tremonti

 

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