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L'agenda Tafazzi del Pd. E le ambiguità che favoriscono i Boh vax

Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 16 giugno 2021

Al direttore - In un’intervista alla Stampa, Luigi Di Maio ha spiegato che il neomovimento di Giuseppe Conte sarà una forza “responsabile, organizzata e ragionevole”, espressione di quel “ceto medio che paga le tasse e che porta ogni giorno sulle spalle il peso della collettività”. Sconfitta la povertà, quindi, il M5s intende riposizionarsi al centro della società italiana, identificato, appunto, nel ceto medio. Come ha osservato uno dei più eminenti studiosi del fenomeno, Arnaldo Bagnasco, il presunto declino del ceto medio non si presta a facili semplificazioni giornalistiche. L’attenzione, infatti, andrebbe rivolta più sull’allargamento della forbice tra il suo strato superiore e quello inferiore, ovvero sulle inedite diseguaglianze sociali create da questa divaricazione. In realtà, una classe media non è mai esistita. Infatti, la classe media è un’insalata mista di occupazioni, una nebulosa che comprende lavoratori indipendenti e dipendenti. Quando ci si vuol riferire a un insieme che supera e comprende tali diversità entra allora in gioco il termine ceto. Ora, guardando ai dati sulla mobilità intergenerazionale nel nostro paese, lo scenario resta sconfortante: nascere in una famiglia borghese significa avere la certezza di restare borghesi, mentre nascere in una famiglia operaia favorisce la permanenza negli strati sociali più bassi. Ciononostante, i fatti ci invitano a non cadere nel trabocchetto che colloca l’impoverimento relativo del ceto medio in scenari da Terzo mondo. Ma ci invitano anche a non snobbare i rischi di nuove fratture nel mondo del lavoro. Sempre i fatti, ad esempio, ci dicono che il lavoro servile svolto dalle donne immigrate ha permesso alle donne italiane di emanciparsi, almeno parzialmente, senza però mutare l’assetto tradizionale della famiglia e del welfare. E ci dicono che i mestieri manuali meno qualificati si stanno sempre più etnicizzando, soprattutto al nord. Si delinea così una situazione in cui i gradini inferiori della scala sociale sono quasi segregati su base etnica. Purtroppo, è un problema che alla destra xenofoba interessa nulla, alla sinistra inclusiva poco.
Michele Magno

Un dato politico interessante, ceto medio a parte. Vedere il M5s e il Pd che tentano di costruire un percorso insieme all’insegna del nuovo centrosinistra non è una novità. La novità, mi sembra, è vedere che nel nuovo centrosinistra il Pd sembra voler fare la sinistra e sembra intenzionato a offrire lo spazio del centro al M5s. Agenda Tafazzi.

 

Al direttore - Mi consenta, in premessa, di esprimere apprezzamento per lo spazio e l’attenzione che il Foglio ha saputo dedicare all’emergenza pandemica e alle vaccinazioni e soprattutto al preziosissimo contributo dell’ottimo Bucci nel trasferire e tradurre i risultati e i progressi della ricerca scientifica in informazioni e notizie accessibili e fruibili a tutti. Come esponente della Società italiana di igiene (Siti), che raccoglie tra i suoi iscritti i medici e professionisti sanitari della sanità pubblica, che da sempre coordinano e gestiscono le attività vaccinali, e che ora sono impegnati nella più imponente e importante campagna di vaccinazione della storia, ritengo che il suo editoriale di ieri (“Occhio ai Boh Vax”) abbia toccato uno dei punti cruciali di questa fase dell’emergenza pandemica. L’esperienza e le evidenze scientifiche ci insegnano, infatti, che in corso di emergenze infettive la capacità delle autorità sanitarie di riscuotere e mantenere alta la fiducia dei cittadini è essenziale perché si abbia un’adeguata e soddisfacente adesione alle indicazioni e alle misure finalizzate al contenimento della trasmissione della malattia. Per mantenere alti i livelli di adesione alla campagna vaccinale il problema non sono i No vax, duri e puri, la cui intransigenza è spesso impermeabile a qualsiasi argomento razionale o ragionevole che sia, e che comunque rappresentano una percentuale molto bassa della popolazione, quanto piuttosto il più insidioso e subdolo fenomeno dell’esitazione vaccinale, che è appunto atteggiamento, non già di rifiuto assoluto, ma di rinuncia o differimento per indecisione, incertezza o dubbi: i “Boh vax” appunto. E’ quindi di fondamentale importanza che la comunicazione, a ogni livello istituzionale e tecnico-scientifico, sia sempre trasparente, chiara, univoca e autorevole: possibilmente con pochi avverbi e senza doppie negazioni. Il bisogno di chiarezza è fondamentale per i cittadini, perché siano messi in grado di decidere autonomamente e serenamente, ma lo è anche per i medici e i sanitari che sono impegnati nelle vaccinazioni, perché possano svolgere con serenità e autorevolezza il loro ruolo, informando, guidando e consigliando il vaccinando nel percorso di acquisizione del consenso informato, che non è, e non deve essere, un mero adempimento burocratico, ma un importante momento di confronto e conforto, per garantire ai cittadini informazioni, dirimere e fugare dubbi e incertezze. 
Come Società italiana di igiene, abbiamo cercato di fare la nostra parte, garantendo supporto e collaborazione, nelle sedi istituzionali e scientifiche, per la produzione di linee guida, pareri e position paper su questi importanti argomenti. 

Enrico Di Rosa 
coordinatore Collegio operatori Società italiana di igiene, medico di Sanità pubblica 

Grazie e in bocca al lupo di cuore.

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