Per il teatro dei media, a Stresa è stato il capitalismo a uccidere sulla funivia

Le lettere al direttore del 28 maggio 2021

Al direttore - “I tre indagati hanno ammesso il delitto”, hanno riportato le agenzie per spiegare i tre fermi di Mottarone, anche se solo uno degli indagati è stato sentito dalla procura, mentre gli altri si dichiarano innocenti e saranno sottoposti agli interrogatori di garanzia solo sabato. Nel frattempo le indagini continuano da tre giorni senza sosta in una sorta di conferenza stampa permanente che procuratore e colonnello di Verbania tengono in collegamento televisivo all news. Forse se non li avessero fermati avrebbero potuto continuare a intercettarli, mentre ora salta la segretezza di atti appena raccolti come l’obbligo degli indagati a dire la verità, ma la discrezionalità della custodia cautelare ne giustifica l’abuso. Secondo la procura il fermo è motivato dal pericolo di fuga “anche in considerazione dell’eccezionale clamore a livello anche internazionale per l’intrinseca drammaticità” dell’incidente, drammaticità “che diverrà sicuramente ancora più accentuata al disvelarsi delle cause del disastro”. E siccome “lo hanno fatto per soldi – ha detto il pm – la pena sarà elevatissima” anticipando anche la richiesta di condanna. Esemplare poteva dire, visto che c’era. Per un atto criminale che tra i commentatori è già diventato politico, con movente il profitto, i soldi, il codice degli appalti, e le riaperture. Per una funivia che in un mese dalla ripartenza aveva condotto in vetta poche centinaia di appassionati con un biglietto di 20 euro. Un banale mezzo di trasporto pubblico, non una “multinazionale ingorda”, che per quel territorio rappresentava un simbolo di ripartenza più che una macchina di lucro. Come quando a Roma si incendia un autobus, per fortuna finora senza vittime. Ma il populismo penale a favore di telecamera con i veri responsabili delle indagini ormai indistinguibili dai giudici della tv, ha definitivamente confuso il processo in tribunale con quello mediatico, la necessaria rapidità nell’accertamento delle responsabilità con la fretta investigativa, un’intervista in un interrogatorio, la cannibalizzazione del dolore con le garanzie e la gogna per il colpevole con la ricerca della verità.
Annarita Digiorgio


Quello che più colpisce è il tentativo di trasformare una storia incredibile, con tutte le sue peculiarità e le sue specificità, in una storia utile a mostrare al paese la presenza di un movente assoluto, che coinciderebbe con l’idea dell’avidità criminale e della cultura del profitto assassina. E dunque la rappresentazione mediatica questo ci dice: a Stresa non c’è stato un errore imperdonabile dettato probabilmente da un’incoscienza senza scusanti, è stato senza alcun dubbio l’ideologia del capitalismo a uccidere sulla funivia. 


  

 
Al direttore - Noi cattolici democratici abbiamo faticato per decenni – non senza incomprensioni e amarezze – per dire ai vescovi che non era opportuno dare indicazioni ai politici. Mai  ci saremmo aspettati  a quasi sessant’anni dal Concilio Vaticano II di vedere ex politici che danno lezioni  di religione ai vescovi…
Giovanni Giardina


 

 


Al direttore - Trovo davvero stimolante la lettura che Carlo Stagnaro e Chicco Testa offrono del dossier dell’Aie sul traguardo “zero emissioni” per il 2050. L’obiettivo risulta davvero ambizioso alla luce delle attuali conoscenze tecnologiche. Gli operatori delle rinnovabili hanno il dovere di cogliere la sfida dell’innovazione. Tea Tek, l’azienda che mi onoro di rappresentare, vuole investire in innovazione tecnologica (Iot e nuovi materiali) per contribuire il più possibile alla transizione ecologica nei settori della produzione di energia solare e dell’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche. Le politiche sostenibili dovranno rispondere anche a un’altra missione: la riduzione degli squilibri territoriali. Le infrastrutture per le rinnovabili saranno la nostra nuova autostrada del sole. Aree industriali dismesse, agri-voltaico, mobilità elettrica: il sud può essere protagonista della transizione ecologica e diventare trainante per il resto del paese, grazie alle risorse europee, riducendo il consumo di suolo, trasformando in ricchezza tutto ciò che, sino a oggi, è stato ritenuto uno svantaggio. Noi ci siamo!
Felice Granisso,  ad di Tea Tek