Questa stagione di passi indietro che porteranno avanti il paese

Le lettere al direttore del 19 febbraio 2021

Al direttore - Aiuto! Ma che ora ci sono due movimenti 5 stelle?
Giuseppe De Filippi


 
Al direttore - Rare volte mi è capitato di ricordare una frase di Concetto Marchesi: “Di parole che tutti odono sono scritte le frasi che nessuno ha udito mai”. Mi è successo ascoltando le comunicazioni di Mario Draghi al Senato.
Giuliano Cazzola


 
Al direttore - Ho ascoltato Draghi, e mi ha fatto una buona impressione.
Michele Magno
Giggino ci aveva visto lungo!


 
Al direttore - Bisogna prevenire l’invidia (“phthonos”) degli dèi, diceva Carlo Azeglio Ciampi, che non aveva di certo timore di apparire come un cultore della classicità, lui che aveva insegnato latino e greco al liceo. Torna ora di attualità questo monito per evitare, come Ella ha scritto, di presentare Draghi come il messia venuto a salvare l’Italia, creando così aspettative eccessive che non potranno essere realizzate. Ma la prova capitale che Draghi dovrà superare con i fatti – ai quali ha rinviato la portavoce Paola Ansuini – riguarderà la trasversalità a cui Ella si è riferito. Questa impostazione dovrà caratterizzare non solo la dirimente questione della speranza nel futuro da ricostruire per le giovani generazioni – un tema al quale si collegano molte altre importanti sfide – ma anche quei programmi e quelle iniziative a livello economico, sociale, istituzionale ed europeo che non potranno essere affrontati con mediazioni che quasi sempre finiscono con l’essere a ribasso. La stella polare deve essere incarnata dagli interessi generali ed è soltanto la indiscutibilità di questi interessi e valori che potrà dare forza a un’azione di impulso e alle realizzazioni del neo presidente. Del resto, è ciò che fece Ciampi nel 1993 e quel che fece Einaudi con la stabilizzazione della lira dopo il secondo conflitto mondiale. I raffronti, spesso non appropriati, comunque comportano onori e oneri.
Angelo De Mattia

 
La stella polare deve essere quella di passare dalla leadership alla followship: non farsi guidare dai follower (ovvero dai partiti), ma provare a guidare i follower verso una nuova stagione in cui i passi indietro dei partiti (ma non della politica) permetteranno di far fare passi in avanti al nostro paese. E’ quello che in fondo Draghi ha detto all’inizio del suo discorso: “Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”. Perfetto, no?