Il semaforo funziona bene. Gli acronimi per capire dove andrà la crisi

Le lettere al direttore del 2 febbraio 2021

Al direttore - Dovessero saltare i contenuti ci sono sempre ottimi nomi.
Giuseppe De Filippi


 
Al direttore - Zone gialle e la gente esce di casa. La nozione meno approfondita dalla classe dirigente del paese è quella di “incentivo”.
Pasquale Annicchino

 

Con il rosso ci si ferma e con il giallo si procede. Con calma, ma si procede. I cittadini saranno pazienti e responsabili e continueranno a fare quello che si può e quello che si deve. Niente demonizzazioni. E poi una piccola verità: nessuno lo dice, ma il semaforo finora non ha funzionato male.


  
Al direttore - Non ho scritto nulla sulla Shoah in questi giorni. Coinvolge la mia famiglia. E aspetto che siano gli altri a esprimersi. Una sola cosa vorrei dire. Che non piacerà a tanti. Non ci si può mobilitare e commuovere per la Shoah, un crimine assoluto non per il numero dei morti, ma per la sua totale arbitrarietà. Un crimine che ha colpito famiglie religiose e non, appartenenti a universi lontani tra loro. Non un crimine di conquista. Ma un crimine contro l’uomo. Ebbene non si può, io credo, distinguere il nostro orrore e cordoglio da quello che rappresenta per gli ebrei Israele. L’antisionismo è un antisemitismo perbenista. Noi non abbiamo particolari monumenti, vestigia, o pezzi di grande cultura che ci rendono quello che siamo. Abbiamo la parola. Il dialogo incessante ironico, sarcastico, irriverente con Dio e tra padri e figli. Abbiamo questa chiacchiera ininterrotta. E non abbiamo patria. Abbiamo un luogo antico che non è pura geografia, è heimweh (nostalgia). Noi abbiamo nostalgia di ciò che non abbiamo mai avuto. E questo luogo è Israele. Molto più di una terra. Molto meno di una nazione.
Paolo Repetti

 
Non piacerà a tanti, ma piacerà a noi.


 

Al direttore - Evidentemente le telefonate non sono tutte uguali; e neppure chi le fa e chi le riporta nei libri. Come lei ricorda, caro Cerasa, la telefonata di Maria Elena Boschi a Federico Ghizzoni (ad. di Unicredit), rivelata in un saggio di Ferruccio de Bortoli, dopo essere stata al centro di mozioni parlamentari, di ore di trasmissioni televisive e di articoli  sui quotidiani, sfociò nella pagliacciata della commissione di inchiesta sulle banche, fortunatamente tenuta a bada da Pier Ferdinando Casini. Pare, invece, che alle tante telefonate di Luca Palamara, raccolte in un libro di Alessandro Sallusti, abbia sempre risposto la segreteria telefonica,
Giuliano Cazzola


Facile non prendere la linea, con tutta quella corrente.


  
Al direttore - Prove pratiche di variante di una tesi morotea: le divergenze parallele.
Gino Roca


 

Al direttore - Buongiorno, caro mio Foglio. Vorrei offrire questo titolo per presunzione e affetto: “Conte Tre val bene un(a) Mess”. Lo usi lo butti ma faccia un risolino. Sto zitta, grazie di leggermi.
Marina Wiesendanger

  

Se anche Mess fosse un acronimo starebbe benissimo accanto ai sei acronimi giusti per capire dove andrà la crisi: Mef, Mes, Meb, Mps, Mbs, Mit.