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Le lezioni di Giscard d'Estaing? Più sul MeToo che sulla destra

Le lettere al direttore Claudio Cerasa del 4 dicembre 2020

Al direttore - Proibito cantare durante la messa di Natale: ritorna la chiesa del silenzio.
Giuliano Cazzola

 

Sarà un Natale silenzioso, più silenzioso di quelli passati, e sarà un Natale durante il quale potrebbe essere utile rileggere le splendide lezioni offerte nei suoi ultimi libri dal cardinale Robert Sarah, che da anni combatte contro “la dittatura del rumore”, che da anni ricorda che in fondo “la preghiera nasce dal silenzio” e che da anni suggerisce di riappropriarci di un po’ di silenzio anche per distinguere “i falsi profeti che annunciano ad alta voce rivoluzioni e cambiamenti radicali” e che nel fare questo “non stanno cercando il bene del gregge: cercano la popolarità dei media al prezzo della verità divina”. Ci saremo tutti risparmiati un Natale dominato dal silenzio, ma rileggere i libri di Robert Sarah ci può aiutare a capire come trasformare anche questa occasione in un'opportunità di crescita.

 


  

Al direttore - Caro Cerasa, sarebbe opportuno che nel centrodestra si facesse chiarezza e si definissero due schieramenti, rispettivamente, composti dagli europeisti (non pochi) e dai sovranisti (non pochi), in odore di Lega. Sarebbe ancora più opportuno conoscere in quale dei due si porrebbe il Cav.
Lorenzo Lodigiani

 

Solo il proporzionale ci (e li) salverà.

 


 

Al direttore - Forse la mia sarà pure una domanda retorica, e me ne scuso, ma conosce Lei nel mondo occidentale una democrazia parlamentare presieduta da un  presidente del Consiglio che, senza aver mai preso un solo voto popolare, cerca di accentrare su di sé tutti i poteri decisionali sino ad arrivare a rivolgere ai sudditi paternali ed ecumeniche raccomandazioni per come trascorrere il Santo Natale e, come se non bastasse, anche trattare le Camere della Repubblica come semplici sedi consultive tipo Cnel alle quali  comunicare decisioni già prese e senza poi sottoporle a un voto in Aula? Ma da noi dov’è finita la vera politica che si respira nelle grandi democrazie occidentali dove l’uomo è al centro della vita democratica del proprio paese?
Con molti cordiali saluti.

Vincenzo Covelli

 


  

Al direttore - L’ex presidente francese Giscard d’Estaing, morto di Covid, era un conservatore, ma anche un europeista. La destra italiana forse meriterebbe di non liquidare la sua storia come se nulla fosse.
Luca Antonini


In pochi oggi lo ricordano, ma oltre a essere stato il simbolo di una destra europeista (fu quello che si mostrò non favorevole all’inserimento dei riferimenti alle radici giudaico-cristiane nel progetto poi non sviluppatosi di Costituzione europea) Valéry Giscard d’Estaing, negli ultimi mesi della sua vita, è stato anche altro ed è stato il simbolo dell'evoluzione della cultura MeToo. La storia la ricorderete. A maggio Giscard d’Estaing venne denunciato per molestie sessuali da una giornalista tedesca per fatti risalenti a due anni prima, quando durante un’intervista negli uffici parigini di Giscard, che ai tempi aveva 92 anni, alla fine del colloquio con la giornalista Ann-Kathrin Stracke, 37 anni, inviata per la televisione Wdr, nel momento di fare una foto ricordo, Giscard l’avrebbe stretta accanto a sé, palpeggiandola sulle natiche. Di quella storia ha scritto qualche mese fa il nostro Adriano Sofri, con parole che meritano di essere riproposte. “Benché un pregiudizio – una ‘discriminazione positiva’ – in favore delle donne sia più che ragionevole, dopo qualche millennio di accanita discriminazione negativa, le accuse, a tanta distanza di tempo, hanno comunque bisogno di essere provate, e se non fosse così le donne se ne sentirebbero offese, credo. Nel caso di Giscard il dettaglio prevalente, soverchiante, sta nell’età: lei, Stracke, ha 37 anni, ne aveva 35, Giscard ne ha 94, ne aveva 92. Invocare un’indulgenza plenaria per ragioni di età equivarrebbe a interdire i molti che a quell’età arrivano restando interamente responsabili di sé. Ma anche il contrario, la fine, da decretare in tribunale, della divertita indulgenza di una giovane donna nei confronti del vegliardo che allunghi le mani – che fai, nonnetto, su, fa’ il bravo… – fa perdere qualcosa di umano, e non solo di maschile. Stracke l’ha presa diversamente, e non si può obiettarle ragioni che non sono le sue: oltretutto, non si è valsa del diritto di presentare la sua denuncia anonimamente. Ci ha messo la faccia, come si dice (troppo) oggi, ma in questo caso è proprio così. I giornali pubblicano accostate le fotografie della faccia di Stracke, sorridente, luminosa, più giovane della sua giovane età e scanzonata e colorita, e della faccia di Giscard, guardatela, non la descrivo. Con tutto il rispetto (Giscard politico è degno di ogni rispetto) viene in mente Hans Baldung Grien e la ‘Morte e la fanciulla’”. Più attuale che mai, no?

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