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Le leadership e la vera prova costume: la scrematura delle minchiate

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - L’ultimo libro di Annalisa Chirico, “Stelle cadenti”, ci offre lo spunto per fare qualche riflessione sul tempo. La durata è la forma delle cose, amava dire Pannella, come viene giustamente ricordato nel libro (non si può smettere di essere radicali…). E la durata delle cose, delle persone, delle relazioni può essere correttamente assunta a uno dei parametri per determinare la qualità stessa di quelle cose, persone, relazioni. D’altra parte, si può dire che hanno valore solo le cose, le persone, le relazioni che hanno una particolare durata? Sappiamo che sono esistite persone che hanno segnato la storia dell’umanità, pur vivendo un tempo relativamente breve. Per restare nell’ambito della politica, che ci appassiona, la “prima” Repubblica viene spesso citata negativamente per il gran numero di governi, molti di breve o brevissima durata, che l’hanno caratterizzata. La scarsa durata di quei governi, però, non ha impedito a quel periodo storico-politico (certo, soprattutto per condizioni esterne) di essere tuttora il periodo di maggiore stabilità del nostro paese. Al contrario della precarietà e instabilità di governi e soluzioni politiche che nella cosiddetta “seconda” o “terza” Repubblica, sono durati anche intere legislature. E la comprensibile ricerca di rinnovamento e ringiovanimento della classe politica non ha forse fatto diventare un disvalore la durata, per età anagrafica o per numero di legislature, di una persona, di un leader, di uno stesso partito? Ma Casini, Emma Bonino, solo per fare due esempi diversi, non sono per certi versi invece ammirevoli? E cosa dire del prestigioso record di importanti incarichi ministeriali (e di partito) assunti in poco tempo dal giovane politico, Angelino Alfano, in una carriera nel frattempo terminata? Oggi è davvero diventata apprezzabile l’inesperienza, è questa la chiave del successo? E il successo, il consenso, il gradimento di un leader, di un partito, di un programma (successo che beninteso non deve essere mai sottovalutato o disprezzato), corrispondono necessariamente sempre al loro valore? Anche qui, conosciamo la grande importanza che hanno avuto idee e persone che sono state a lungo minoritarie. Il successo, nella vita come nella politica, è spesso determinato dalla capacità di dare risposta ad un determinato bisogno, in un determinato momento. Ma la società è “liquida”, le persone cambiano, i bisogni pure... Nel libro si trovano efficaci risposte a queste domande: il diverso ruolo della comunicazione, la novità dei social, la democrazia “istantanea” del like e del clic, una modernità che non si può e non si deve fermare. Io provo a cercare le mie, sia pure un po’ superficialmente, in campi diversi dalla politica, perché la questione del tempo, della durata e della qualità, è una questione generale. Il tempo è relativo, per davvero. Se un raggio di luce, un fascio di fotoni, viaggiasse senza incontrare ostacoli, interferenze, resistenza, viaggerebbe in eterno, sempre alla sua stessa insuperabile velocità, durerebbe all’infinito ma vivrebbe in triste solitudine. Solo l’incontro, il contatto, l’attrazione esercitata dalla materia, può rallentarne la velocità, limitarne la durata, cambiarne l'esistenza. Per sempre, perché ogni esperienza lascia per sempre una traccia, una memoria, un legame (l’entanglement…). L’esperienza rallenta il tempo, la velocità lo aumenta. Si rallenta, si perde velocità, si cambiano caratteristiche, si determinano limiti, si acquisisce consapevolezza. La durata è esperienza, il tempo è memoria, la vita è evoluzione. L’evoluzione, capacità di adattamento nel tempo a circostanze solo in minima parte da noi determinate, conservando le proprie origini. A questo punto, possiamo tornare alla politica. Che deve accettare il cambiamento, rinunciare alla illusione del controllo, alla rassicurazione delle abitudini. La capacità di accettare ed apprezzare ruoli, situazioni, condizioni diverse (penso al presidente Berlusconi), determina dunque la durata, l’esistenza stessa, la qualità, l’autorevolezza, di una persona, di un leader, di un partito. La durata è diventata una forma del successo, un successo che non dipende dal riconoscimento degli altri, proprio quando il successo pare perdere la sua durata.

Con sincera stima.

Elio Vito

 

C’è un dettaglio in più poi che andrebbe aggiunto e che riguarda le leadership del futuro: la capacità non solo di adattarsi alle nuove condizioni ma anche di capire quando una stagione è passata e quando un’altra è finita. Oggi, in politica, buona parte dei leader italiani, soprattutto quelli specializzati nella gnagnera, tende a considerare il post lockdown come una fase in cui riscoprire un ritorno alla vecchia normalità. Il mondo è cambiato, ma le leadership non ancora. Il primo che riuscirà a capire che la stagione della pandemia ha contribuito a far crescere una domanda di elettori desiderosi di avere una politica capace di mettere in atto una grande scrematura delle minchiate avrà fatto tombola.

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