Proteggere il Parlamento dalla demagogia. Botta e risposta con Fico

Roberto Fico, presidente della Camera

Le lettere al direttore dell'8 maggio 2020

Al direttore - Ho letto con interesse l’editoriale che ha voluto dedicare all’attività parlamentare in questa fase. Mi preme tuttavia sottolineare – e la ringrazio per questo spazio – che la Camera non è assolutamente un luogo a rischio poiché sono state adottate tutte le misure necessarie per evitarlo. E ha portato e sta portando avanti la sua attività in totale sicurezza e con responsabilità per motivi non di certo riconducibili a una “demagogia anti casta” ma che affondano le radici nell’architettura del nostro ordinamento e nei principi della nostra Carta.

Il Parlamento è il cuore della democrazia. Ha un ruolo centrale nella vita del Paese e a maggior ragione lo ricopre in situazioni delicate, complesse, inedite come quella che purtroppo stiamo vivendo. Sono tanti i principi costituzionali e regolamentari posti a presidio dell’attività delle Camere. Norme e principi difficilmente superabili senza un’appropriata e profonda riflessione e senza un ampio dibattito. Non sarebbe stato possibile predisporre nell’arco di poco tempo un sistema articolato di voto a distanza per svolgere anche centinaia di voti in poche ore (e non solo una singola votazione) al netto delle già ribadite implicazioni costituzionali e regolamentari. Non sarebbe stato pensabile in una fase emergenziale come questa, che ha imposto una rapida riorganizzazione dei lavori per permettere, da un lato, ai parlamentari di svolgere la propria attività e, dall’altro, di rispettare le prescrizioni delle autorità sanitarie per il contenimento del contagio.

Quello del voto a distanza resta però senz’altro un tema su cui è indispensabile soffermarsi. E su cui non sono affatto contrario. Per questo ieri ne abbiamo discusso nell’ambito della Giunta per il regolamento e abbiamo stabilito di aprire un ciclo di audizioni su questa come su altre questioni che attengono alla gestione dell’attività parlamentare in periodi di emergenza. Per questo il mio approccio è costruttivo e teso a individuare le soluzioni migliori nell’interesse dei cittadini. Ma occorre un dibattito serio, non esistono le soluzioni facili.

Un approccio costruttivo e ponderato ha ispirato in questa fase tutto l’operato della Camera, che ha recepito le indicazioni delle autorità sanitarie sin dal 25 febbraio, e anzi in alcuni casi le ha addirittura anticipate. Fra queste: la misurazione della temperatura agli ingressi e il divieto di accesso per chi ha sintomi significativi del contagio; l’allestimento di locali appositi per la gestione di chi presenta sintomi; la sospensione di tutti gli eventi aperti al pubblico; le postazioni per igienizzare le mani; la distribuzione delle mascherine a chi accede al palazzo. Le misure hanno riguardato parimenti la gestione dei lavori d’aula che è passata da un contingentamento concordato delle presenze a una rimodulazione totale degli spazi, con l’attivazione di postazioni per i deputati che possono votare in modo agevole dalle tribune. Il tutto garantendo la distanza interpersonale superiore al metro nelle postazioni e preservando gli spazi in tribuna per la stampa.

E sempre in quest’ottica stiamo lavorando per allestire altre 120 postazioni in Transatlantico. Le commissioni si sono invece riunite in sale più ampie e lì dove possibile si è fatto ricorso a collegamenti in videoconferenza per lo svolgimento di uffici di presidenza e audizioni. La Camera ha dunque reagito immediatamente per garantire la continuità delle funzioni di controllo e indirizzo, oltre che quella legislativa. E lo ha fatto in sicurezza. E in queste condizioni siamo riusciti a riunire Aula e commissioni con un’intensità sensibilmente maggiore rispetto a quella di altri parlamenti europei. Dopo il dpcm del 9 marzo e fino al 30 aprile l'aula di Montecitorio si è riunita 17 volte, mentre le commissioni parlamentari, solo negli ultimi 20 giorni, hanno svolto circa cento sedute. Il tutto, lo ripeto, in sicurezza. Ciò è stato possibile grazie a un lavoro instancabile degli uffici, del Collegio dei questori, dei diversi organi della Camera, di tutti i gruppi parlamentari. Non era compito facile – vista la situazione totalmente inedita che stiamo vivendo – individuare le soluzioni necessarie per assicurare la continuità delle funzioni parlamentari e nel contempo adeguare l’organizzazione dell’attività alle misure dettate dall’emergenza. Era nostro dovere farlo per il ruolo centrale che il Parlamento ricopre nella nostra democrazia, e per essere all’altezza dei sacrifici, delle aspettative, del senso di responsabilità di una comunità che vive uno dei momenti più difficili della sua storia recente.

Roberto Fico, presidente della Camera

 

La ringraziamo della lettera, gentile presidente, e ci fa piacere che la Camera stia facendo il possibile per mettere in sicurezza i deputati. Ma noi restiamo della nostra idea: far lavorare il Parlamento quasi come se nulla fosse (gli assembramenti alla Camera e al Senato sono inevitabili e lei lo sa meglio di me) per evitare che l’opinione pubblica possa armare altre battaglie contro la casta dei privilegiati ci sembra un'idea pessima. La democrazia, a nostro avviso, si protegge proteggendo la salute dei parlamentari e per evitare di trasformare la Camera in un focolaio servirebbe, da parte di tutti, più buon senso e meno demagogia. Grazie.

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