Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Ebrei e Salvini. La Lega userà il referendum contro Conte?

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - 15 gennaio fine seduta, gli ultimi trolley defluiscono dal guardaroba con gli ultimi deputati. Sarà la sola procedura a diventare più efficiente con il taglio del numero dei parlamentari. Restano quelli impegnati in commissioni (poche) o in riunioni e i romani. Tra sguardi frettolosi e pensieri confusi prende forma un’ipotesi, uno scenario degno della stagione teatrale in corso. E se… e se in Emilia-Romagna Salvini non vincesse? Cosa potrebbe fare il leader della Lega per non vedere la suo opposizione schiacciata dalla routine? Salvini a suo modo è un cinghialone che grufola nella politica e nel paese, è pronto a tutto pur di procurarsi un’altra occasione di scontro e forse non gli resterebbe che una chiave: il referendum costituzionale. Già, ma come? La campagna in realtà sarebbe presto fatta: qualsiasi cosa pur di mandare a casa il governo, il taglio certo va fatto e poi lo faremo noi sul serio e per bene ma ora la priorità è mandarli a casa con un “no al governo e a questa maggioranza” e l’occasione è unica, difficile ma unica. Una sfida troppo ghiotta, uno come Salvini non può non considerarla. Un trionfo di trasformismo e spregiudicatezza, l’uso populistico di una battaglia antipopulista, il trionfo della politica? Il colpo di grazia ai 5 stelle (e all’ignavia del Pd), il centrodestra che si ricompatta, anche Renzi, che proprio da un referendum costituzionale fu sconfitto, sarebbe tentato. Una follia? Forse. Ma non ci sarebbe da stupirsi se lo stato maggiore della Lega, a partire dalla prossima settimana, se le cose per Salvini non dovessero andare bene, fosse costretto a ragionare su questo scenario. Chissà…

Riccardo Magi

 

Al direttore - Il Suo giornale è stato, da sempre, inflessibile sul punto: è la difesa di Israele che definisce l’antisemitismo contemporaneo. La Shoah non è memoria in un mondo in cui l’esistenza di Israele è ancora, quotidianamente, un bene in discussione. I primi a saperlo sono, ovviamente, gli ebrei italiani. Che, giustamente, invitano Salvini a essere conseguente verso l’antisemitismo locale. Ma leggere la frase: “Difendere Israele non basta” la trovo infelice sul suo giornale. C’è qualcosa di più essenziale che difendere Israele? E’, francamente, una incomprensibile caduta di coerenza e rigore. CasaPound non può “valere la messa” di una forza politica italiana che, specie in questo momento del mondo e del medio oriente, si schiera apertamente a favore, senza se e senza ma, dello stato di Israele. Senza ipocrisie e distinzioni pruriginose tra ebraismo e stato ebraico. Purtroppo, nel resto della geografia politica italiana, tale nettezza non c’è. Intanto il gesto di Salvini va applaudito. Poi, certamente, viene tutto il resto.

Umberto Minopoli

 

Caro Umberto, essere contro l’antisemitismo, come sai bene, significa essere contro chiunque alimenti una paura o un odio irrazionale verso gli ebrei. Per difendere il diritto di un ebreo di essere ebreo e per difendere la sua libertà è necessario essere dalla parte di Israele ma non è sufficiente specie poi se si usa la difesa di Israele come un mascara per nascondere le proprie impurità. Salvini, detto con il massimo rispetto per il senatore e per coloro che pur non essendo leghisti non perdono occasione per mostrare una certa simpatia nei confronti delle trucità salviniane, è, per quanto ci riguarda, un impostore della lotta contro l’antisemitismo come tutti coloro che nel denunciare l’antisemitismo si scordano che oggi l’odio contro gli ebrei ha tre radici: una ha a che fare con l’islamismo fanatista, una ha a che fare con l’estrema destra razzista, una ha a che fare con l’estrema sinistra terzomondista, anticapitalista e antisionista. Chiunque si dimentichi di uno solo di questi elementi nel denunciare gli orrori dell’antisemitismo sta utilizzando la difesa del popolo ebraico come uno strumento della propria propaganda politica. E proprio mentre siamo qui a scrivere queste righe ecco qui scorrere sulla timeline alcune parole del senatore Salvini: “L’antisemitismo? A mio avviso questo ha a che vedere con il rafforzamento negli ultimi anni dell’estremismo e del fanatismo islamico”. Il giorno in cui Matteo Salvini e i suoi amici dell’AfD condanneranno il razzismo dell’estrema destra – che come tutti i razzismi è un ventilatore che mette in circolo veleni indirizzati verso tutti coloro che sono diversi da chi il ventilatore lo ha acceso e la paura degli altri non è una paura che si può alimentare in modo selettivo ma è una paura che quando l’accendi riguarda tutti coloro che sono “xenos” – considerandolo un pericolo non inferiore all’estremismo islamista diremo senza problemi ben detto, ben fatto. Ma ho come l’impressione che quel giorno tanto presto non arriverà. Un abbraccio.

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