Ilva, occasione della sinistra. Raggi e il possibile che diventa impossibile

Al direttore - Va bene la deriva autoritaria, ma niente pieni poteri eh?

Giuseppe De Filippi

 


 

Al direttore - Caro Cerasa, la sindaca Virginia Raggi chiede l’intervento dell’esercito per contrastare lo spaccio di droga. Si continua ad affrontare il problema in maniera superficiale e non integrata. Si vuole colpire la catena finale dello spaccio per renderlo invisibile, ma non si fa nulla per capire il perché ci sia un picco di uso non terapeutico di sostanze psicotrope. Da una ricerca su 2.671 studenti delle scuole superiori di qualche tempo fa, emerge che il 90 per cento degli intervistati considera normale fumare cannabis. Purtroppo si sta abbassando l’età del consumo, arrivando dai precedenti 18/19 anni a dei picchi di 14 anni. Cambia la percezione della droga che dissociandola dall’immagine dell’eroinomane che vive in contesti di marginalità, è vista come una sostanza del tutto compatibile con una normalissima vita. Si sa che presenta dei rischi, anche se prevale un’idea d’innocuità di queste sostanze e un’atmosfera di normalità che si sta diffondendo: i ragazzi intervistati dichiarano che il 50 per cento dei propri compagni lo fa prima di entrare in classe e il 66 per cento lo fa all’uscita di scuola. Oggi più che mai sono necessarie azioni di riduzione della domanda integrate con azioni di contrasto all’offerta, non dimenticando il recupero di chi cade.

Andrea Zirilli

 

Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha il vizio di trattare ogni problema che riguarda Roma come se fosse un’emergenza. I problemi a Roma sono molti, degrado, sporcizia, corruzione, criminalità, ma sono problemi che non hanno nulla a che fare con la presenza di calamità straordinarie. Sono tutti problemi che hanno a che fare con un’attitudine molto particolare dell’amministrazione di questa città: trasformare l’ordinario in straordinario dando così continuamente l’impressione di voler far sembrare impossibile ciò che invece sarebbe possibile fare con un po’ di capacità. Il problema di Roma, dunque, non è l’assenza dell’esercito, ma è la presenza di un sindaco che quando aveva detto che sarebbe cambiato il vento a Roma non aveva specificato che quel vento del cambiamento sarebbe arrivato direttamente dalle simpatiche fogne della Capitale d’Italia.

 


 

Al direttore - Caro Cerasa, sicuramente i governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio – compreso il governo Monti, con i suoi provvedimenti per uscire dal tunnel – non è che abbiano operato bene. Infatti i problemi si sono accumulati invece di essere risolti. Evidentemente le responsabilità sono collettive, comprese anche quelle di coloro che adesso stanno all’opposizione, che alimentano la campagna elettorale permanente. Ci vuole un po’ di coerenza e di memoria storica, visto che i casi Alitalia, Ilva, ecc. sono sempre lì in attesa di essere risolti. Per quanto riguarda la crescita, ripetiamo da dieci anni che bisogna rilanciare gli investimenti sia pubblici che privati, ma tutto o quasi rimane fermo. E’ ora che arrivi la svolta, perché alla “decrescita felice” stanno contribuendo tutti.

Giovanni Attinà

 

A proposito di Ilva. Ieri, in commissione Finanze alla Camera, il movimento politico di Matteo Renzi, Italia viva, ha presentato un doppio emendamento nell’ambito della conversione del decreto fiscale, per ripristinare lo scudo penale per ArcelorMittal. In commissione Finanze, sulla carta, su 42 deputati, i contrari allo scudo dovrebbero essere solo i 15 componenti del M5s. Poi ci sono i 6 del Pd. A questi vanno sommati gli altri 21 che voterebbero a favore che sono i 5 componenti di Forza Italia, i 9 della Lega, i 2 di FdI, i 2 del gruppo misto e i 2 del gruppo di Renzi. In mezzo resta un esponente di Leu, Luca Pastorino, che potrebbe fare il miracolo, qualora il Pd volesse votare con il M5s: votare a favore dello scudo dimostrando che per favorire il lavoro anche la sinistra deve capire che deve votare contro i campioni dell’ambientalismo giacobino. Chissà.

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