Il complottismo è il tratto identitario dei barbari di governo. Sfascisti sì, fascisti no

Al direttore - Nei circoli  più raffinati ed esclusivi dei “romanizzatori dei barbari”,  il documento (dal titolo scolpito nel bronzo “Una politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”) inviato a Bruxelles dal ministro Paolo Savona, è stato accolto come se fosse una edizione aggiornata  del Manifesto di Ventotene. Consiglierei maggiore prudenza: quanto meno di considerare che Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni erano antifascisti condannati al confino dal regime. Con tutta la stima e il rispetto che gli è dovuto, Savona, invece, è pur sempre un ministro del  governo di coloro che Pierre Moscovici ha definito “piccoli Mussolini”.

Giuliano Cazzola

Sfascisti sì, fascisti no.

 


 

Al direttore - In riferimento all’articolo pubblicato sabato sul suo giornale dal titolo “La prossima volta non fateci fare il minuto di silenzio” desideriamo fornire alcune precisazioni sulla ricostruzione effettuata dal vostro articolista. Non è affatto vero che la “Lega serie A non vuole che si giochi la sera”, come dedotto dal giornalista Giovanni Francesio basandosi su una ricostruzione errata dei fatti. Molto più semplicemente esiste un regolamento della Uefa, valido per tutti i paesi europei, che vieta a qualsiasi campionato di calcio di prima divisione di disputare partite in contemporanea a gare delle coppe europee. La Lega serie A, nel rispetto di tale disposizione, conoscendo l’attuale criticità sofferta dal territorio genovese, ha comunque provato, in prima battuta, a chiedere una deroga alla Uefa per fissare il recupero della partita Sampdoria-Fiorentina alle ore 20.30 del 19 settembre. Di fronte alla risposta negativa del massimo organismo europeo, abbiamo inoltrato una seconda richiesta per spostare il calcio d’inizio perlomeno alle 19.00, sollecitando la Uefa a una nuova valutazione specifica della difficile situazione di Genova. L’orario delle 19.00 è stato in seguito concesso dalla Uefa, in via del tutto eccezionale, solamente poiché mercoledì prossimo le due formazioni italiane in campo per le coppe europee, Juventus e Roma, giocheranno entrambe alle 21.00, evitando quindi sovrapposizioni tra squadre italiane impegnate in serie A Tim e in Champions League. Chiediamo gentilmente la pubblicazione integrale della nostra precisazione ai sensi dell’art. 8 della legge n. 47/48.

Ufficio Stampa Lega Serie A

 


 

Al direttore - Giovedì scorso si è purtroppo affermato un principio: è sufficiente un “diktat” di esponenti dei due partiti al governo per costringere alle dimissioni, nel caso specifico dal vertice della Consob, un personaggio qual è Mario Nava, dotato di una competenza eccezionale e di un’esperienza altrettanto rara, nonché di grande autonomia di giudizio, che aveva tracciato, dopo la recente nomina, una linea di importante innovazione e riforma nell’opera di sorveglianza e nella stessa organizzazione dell’Authority. Non era mai accaduto in passato. Un “diktat” poggiato sull’inesistenza di serie basi giuridiche, come avrebbe potuto riscontrare anche l’alunno del primo anno di Giurisprudenza. Ma, così facendo, l’autonomia e indipendenza delle Autorità di regolazione, controllo e garanzia che fine fa? Il ruolo essenziale nel sistema dei “pesi e contrappesi” come potrà essere liberamente ed efficacemente svolto? Si va verso Authority eterodirette? E con quale credibilità, all’interno e all’estero? Occorrono esponenti che, come in un recente caso, giurino sul “contratto di governo” per essere poi bene accetti? E addirittura si reagisce, dimostrando una crassa ignoranza istituzionale, alle giuste osservazioni di Mario Draghi sui danni delle dichiarazioni di esponenti dell’esecutivo pretendendo che egli faccia innanzitutto gli interessi dell’Italia, dimostrando così di non conoscere ciò che significa presiedere un organismo europeo o internazionale. Non dovrebbe allarmare una tale situazione? O, con grande leggerezza, si considera la vicenda Nava come del tutto circoscritta? La sensazione, e ancor più di questa, è che si stia formando un nuovo sistema partitico fondato sul metodo spartitorio delle cariche pubbliche, oggetto di negoziazione, quali che ne siano la natura e il ruolo, tra le due forze di maggioranza. Manca solo a questo punto un nuovo “Manuale Cencelli”. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

La spartizione, caro De Mattia, c’è sempre stata e sempre ci sarà. Il problema, se vogliamo, sono il metodo, il merito e anche il linguaggio. Quando Di Maio, parlando delle dimissioni di Nava, dice che ora alla guida di Consob “nomineremo un servitore dello stato e non della finanza internazionale” afferma una cosa di una gravità inaudita, trasformando tutti coloro che non sono allineati al pensiero grillino e leghista in nemici del popolo da eliminare a tutti i costi e dando anche un calcio in mezzo alle gambe a tutti coloro che ogni giorno, nella finanza internazionale, devono valutare se ha senso investire nel nostro paese. Il complottismo è il vero tratto identitario del governo dello sfascio e più parlano di cose che non conoscono e più i dilettanti al governo giocheranno con le teorie del complotto per giustificare la propria incapacità.

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