Poveri e Istat. Il governo della percezione e la fuffa non percepita. Adesioni all'appello anti sovranista

Al direttore - Pur di aumentare il numero dei poveri e rappresentare un paese allo stremo che attende il soccorso salvifico del reddito di cittadinanza, stanno applicando una sorta di “ius soli statistico’’ che include (nell’ultimo girone della povertà) anche gli stranieri residenti e le loro famiglie. Peccato che il fantomatico “reddito’’, consolatore degli afflitti e protettore dei miseri, sia previsto soltanto per i cittadini italiani. Almeno, è ormai chiaro che l’equazione pensionati=poveri è una invenzione dei talk-show.

Giuliano Cazzola

 

Ha detto tutto il Censis ieri: i reati calano, l’insicurezza cresce. Siamo un paese dominato dalla percezione. E quando la percezione vince chi governa non può che occuparsi di fuffa.

 


 

Al direttore - Le nomine di Bonafede: Baldi, sostituto Pg della Cassazione, capo di gabinetto; Basentini, procuratore aggiunto a Potenza, capo del Dap; Corasaniti, sostituto Pg in Cassazione, capo degli Affari di giustizia; Vitiello, altro sostituto pg in Cassazione, capo dell’Ufficio legislativo. Il ministero del pubblico ministero.

Lorenzo Zilletti

 


 

Al direttore - Ho letto con attenzione il dibattito di questi giorni su Forza Italia. Concordo sia con Ruggieri, sia con Martino. Ma al di là delle posizioni di ciascuno, una cosa è certa: è arrivato il momento di rilanciare. Di giocarsi tutto e rischiare. Non è più il momento del catenaccio, bensì è il momento di attaccare alla Sacchi o, oserei dire, alla Zeman. Forza Italia deve ritornare alle origini, alla rivoluzione liberale, ma allo stesso tempo deve ripensarsi. Salari più alti, libera impresa, più soldi nelle tasche dei cittadini, meritocrazia, libertà di scelta per la sanità e per la scuola, più sicurezza per tutti, sistema presidenziale. Queste alcune delle parole chiave su cui costruire una nuova forza politica concreta. Una forza politica moderata 4.0, conservatrice (non nel senso stretto della parola naturalmente) e liberale. Un nuovo Partito popolare che sappia indicare una nuova direzione. Non servono maquillage organizzativi, serve indicare la rotta e liberare tutte le energie a disposizione e tutte quelle che ancora oggi non lo sono. Parafrasando Martino: Caro Cav., batti un colpo!

Vittorio Aldo Cioffi

 


 

Al direttore - Volevo esprimere il mio consenso sull’appello contenuto nel suo articolo dell’altro ieri, ma la velocità dei nuovi potenti è tale che ogni giorno ce ne è una nuova. Adesso mettiamo in campo anche il protezionismo. Il paese del Made in Italy civetta con i dazi, come se ne caso di qualche protezione acquisita sull’agricoltura non dovessimo subire ovvie controffensive su altri settori, in primo luogo sull’industria. Al fondo emerge un modello di autarchia pura: mettiamo i dazi sui prodotti agricoli, assistiamo i poveri attuali e le vittime future dell’autarchia e della svalutazione al 25-30 per cento se usciamo dall’euro con il reddito di cittadinanza, in compenso poi se rimaniamo totalmente isolati in Europa sul terreno dell’immigrazione potremmo rendere più movimentate le nostre giornate respingendo qualche nave di migranti in mare e accettando per evitare multe l’arrivo di coloro che vengono salvati da un cargo commerciale. Insomma un paese insieme feroce e stupido anche perché da un lato alleato con i paesi europei a noi più avversi nella gestione dell’immigrazione e dall’altro utile idiota di Putin nella sua partita a scacchi con l’occidente, la Nato, l’Europa. Per ricostruire un soggetto politico che dia voce al 50 per cento degli italiani a cui tutto ciò fa ribrezzo bisognerebbe ripartire dai fondamentali. Il Pd, come ha ricordato Luca Ricolfi, si è trasformato in questi anni in un partito radicale “di massa” (di forma costituzionale, biotestamento, ius soli) e si è dimenticato dell’aumento dei salari, dell’occupazione nel sud, degli investimenti pubblici e privati, del taglio della spesa pubblica, della rivoluzione contro l’oppressione burocratica e fiscale, della sicurezza e ha avuto vergogna di Minniti sull’immigrazione. In più dopo tanto moralismo ai tempi di Mani pulite il sistema di potere ereditato dal Pci, in primis proprio a Siena, era putrido, dalle banche all’economia di ogni pezzo della città. Adesso è da vedere se si riesce a ripartire da zero oppure dalle esigenze tattiche e di conservazione di Forza Italia e dell’attuale Pd. Forza Italia deve decidere se scende in campo con piena sovranità politica o se si riduce a essere una sorta di “partito Panda” specie protetta da Salvini, che è anche un buon papà. Quanto al Pd se ricomincia la sarabanda delle mini correnti interne, magari con la ridiscesa in campo di qualche regista del passato, da Bettini a Veltroni, se ne parla fra vent’anni, a meno che, e non me l’auguro, in autunno l’Italia non salti per aria per la somma delle contraddizioni e delle cazzate di questi qua.

Fabrizio Cicchitto

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